Titolo originale: The Cuckoo’s Calling
Anno di pubblicazione: 2013
Autore: Robert Galbraith (= J. K. Rowling)
Genere: Giallo
Titolo in Italia: Il richiamo del cuculo
Anno di pubblicazione ITA: 2013
Seguito da:
– Il baco da seta;
– La via del male;
– Bianco letale.
Lula Laundry è giovane e bellissima (è una top model di successo), è ricca e frequenta Evan Duffield, musicista e attore (con qualche problemino di droga).
Abiti di marca, amici famosi, soldi, feste e fama. Insomma, una vita praticamente perfetta.
Eppure, una notte, senza spiegazioni o biglietti d’addio, la ragazza si suicida, gettandosi dal terrazzo del suo appartamento.
Tre mesi dopo. Robin deve presentarsi all’appuntamento per il nuovo lavoro che le è stato trovato dall’agenzia interinale.
L’incontro, però, non sembra cominciare sotto i migliori auspici: all’ingresso quasi sbatte contro una donna (bellissima) che sta uscendo di fretta dal palazzo. Salite le scale e raggiunto il primo pianerottolo, un colosso («cento chili di maschio arruffato») le si getta addosso, lanciandola quasi di sotto dai gradini appena saliti. La manona del gigante, però, la afferra (in un punto un po’ delicato) in tempo e la salva da morte sicura.
Chi è questo strano «Beethoven che si è messo a praticare la boxe» dai capelli neri e arruffati (tanto da essere affettuosamente soprannominato «testa di pube»), fronte alta, naso largo e un occhio pesto? Insomma, a primo acchito non sembra proprio una persona raccomandabile.
Cara Robin, si tratta del tuo nuovo datore di lavoro, Cormoran Strike.
L’uomo (trentacinque anni, sebbene ne dimostri qualcuno in più) è un ispettore privato e sta per essere assunto per un nuovo caso.
Poco dopo, infatti, che Robin ha preso la sua posizione da segretaria interinale all’interno dello sgangherato (e anche un po’ sudicio) ufficio di Strike, eccoti il primo cliente: John Britow, avvocato. L’uomo ha bisogno di aiuto: sua sorella è morta. La polizia ha già svolto le indagini e archiviato la vicenda come suicidio.
Eppure, Britow non è convito. Anzi, è sicuro del contrario: la sorella è stata uccisa da qualcuno e lui vuole scoprire chi è il colpevole.
Chi è la sorella dell’uomo? Lula Laundry, la top model!
Prima opera della Rowling sotto copertura.
Inizialmente, sembra che abbia fatto flop (poche copie vendute, anche se recensioni non così negative), rifiutato da Orion Books, poi, una volta scoperta magicamente la vera mamma del prodotto, il libro ha fatto un successone [fonte: laRepubblica.it].
Per questo, devo ammettere di essere partita molto prevenuta. Come ho già avuto modo di ripetere fino alla nausea, non apprezzo gli autori che vendono solo per via di essere famosi. Così, ci ho messo un po’ prima di procurarmi una copia e tuffarmi nella lettura.
Ora, però, devo confessare e riconoscerlo: brava Rowling!
La storia è intrigante e tiene in sospeso fino alla fine (anche se c’è un piccolo dettaglio che continua a lasciarmi perplessa…motivo per il quale non ho dato 5/5 alla voce “Intreccio”).
I personaggi (tutti: principali e non) sono approfonditi e curati nei minimi particolari: ti sembra quasi di vederli di fronte a te. Tic, modi di fare, intercalare… Non manca nulla. Niente è lasciato al caso ed ogni incontro (anche casuale) serve ad aggiungere un tassello in più alla personalità e al carattere dei personaggi.
Storie personali un po’ devastanti, ma se i personaggi non avessero qualche macchia nel passato non staremo leggendo un giallo!
Gli ambienti (Londra) sono ben descritti, anche se, talvolta, mi sono un po’ persa in angoli retti, di fronte, di lato, ect. Insomma, diciamo che si perde un po’ la bussola.
In generale, però, l’atmosfera londinese, i suoni, i colori sono riprodotti davvero molto bene e la città si crea davanti ai nostri occhi come un quadro ad acquarello che aggiunge dettagli ad ogni pennellata dell’artista.
Ultima voce: il linguaggio. Nì. Non so se peccava la traduzione, ma, ecco, nulla di particolarmente ardito. Frasi semplici, lessico semplice.
Complessivamente, però, una buona lettura: intrigante, sagace, spunti originali.
P.s. … anche se continua a non tornarmi una piccola cosa in conclusione (mi raccomando: si tratta di un mega spoiler, quindi aprite solo se avete già terminato la lettura!):
Per quale motivo Bristow ha deciso di assumere Strike? In definitiva, l’aveva già fatta franca… nessuno si sarebbe interessato a lui! Ormai il caso era stato archiavito come suicidio; l’eredità era sua. Fine. Nessuno sapeva del testamento fatto da Lula (e chi lo sapeva, immaginava che l’erede fosse Bristow). Il fratello naturale di Lula non aveva capito nulla (né aveva visto qualcosa)… e, quindi, non lo avrebbe mai denunciato. Rochelle poteva benissimo continuare a essere pagata per il suo silenzio (dato che, oltre all’eredità della sorella, si sarebbe aggiunta anche quella della madre e Bristow avrebbe potuto continuare a pagarla senza problemi). Insomma, nessuno sospettava nemmeno lontanamente di lui, perché andare ad incasinarsi assumendo un investigare?
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A volte capita che in romanzi, anche famosi, ci siano incongruenze inspiegabili. C’è un grosso errore anche nel primo romanzo incentrato su Sherlock Holmes, Uno studio in rosso. Succede.