La fabbrica dei destini invisibili

la fabbrica dei destini invisibili

Titolo: Marques de fabrique
Autrice: Cécile Baudin
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2023
Titolo in Italia: La fabbrica dei destini invisibili
Anno di pubblicazione ITA: 2024
Traduzione di: Giuseppe Maugeri
Pagine: 353

 – Ho ricevuto una copia di questo libro –

Esce oggi “La fabbrica dei destini invisibili“, il romanzo d’esordio di Cécile Baudin; parliamone insieme!

Claude Tardy è un’ispettrice del lavoro; una delle prime donne in una professione in realtà ancora nuova anche per il genere maschile.

Per una serie di motivi, Claude indossa spesso panni maschili soprattutto quando si ritrova a ispezionare le fabbriche come in quella sera di dicembre del 1893.

La scena che le si para davanti è agghiacciante: il corpo di un operaio appeso al soffitto da quegli stessi fili metallici che lavorava ogni giorno in quello che – apparentemente – sembrerebbe un suicidio.

Ma la cosa è ancora più inquietante alla luce di quello che emergerà poi tre mesi dopo: lo stesso identico corpo – se non fosse che non può essere lo stesso corpo! – viene ritrovato nelle acque di un lago usato per l’estrazione del ghiaccio… in quello che – apparentemente – sembrerebbe un tragico incidente.

Al fianco del collega, l’ispettore capo Roux appassionato di fotografia, Claude s’imbarca quindi in un’indagine molto più grande e intricata che arriverà a intrecciarsi anche con le ricerche di una suora, suor Placide (alla prese però con un altro tipo di caso).

La fabbrica dei destini invisibili è un romanzo che mi ha intrigato subito per le promesse dell’ambientazione: tardo ‘800, operai e operaie, fabbriche-città e ovviamente ispettrici del lavoro.

Devo ammettere però che, nella messa in pratica, mi ha colpito meno di quello che mi aspettavo.

Claude è un personaggio interessante, ma un po’ stereotipato; passato familiare/scelte di vita nonché rapporto con il superiore/mentore compresi.

Stesso discorso anche per gli altri personaggi – principali e non – e per le vicende.

Sì, entrano in gioco tante tematiche sociali (il lavoro in fabbrica, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, i diritti delle donne in generale, lo strapotere delle classi dirigenziali, la connivenza delle autorità etc.), ma alla fine tutto è molto lineare e si evolve esattamente come ci si potrebbe aspettare.

Non c’è pathos – o almeno io purtroppo non l’ho avvertito – nelle vicende dei personaggi: le loro avventure e disavventure mi hanno trovata un po’ apatica quanto a coinvolgimento emotivo… anche perché molti degli elementi di sorpresa (e non) sono facilmente intuibili.

In effetti, anche i colpi di scena – che ogni giallo che si rispetti prevede – sono prevedibili e un po’ scontati.

Insomma è una storia che si legge bene, ma rispettando schemi troppo classici e anodini non colpisce.

error: Attenzione! Questo contenuto è protetto!
Wordpress Copy paste blocker plugin powered by http://jaspreetchahal.org