Titolo: しんきらり (やまだ紫選集) [Shinkirari]
Autrice: Yamada Murasaki
Genere: Manga
Anno di pubblicazione: 1981-1984
Titolo in Italia: Tenui bagliori
Anno di pubblicazione ITA: 2024
Traduzione di: Alessandro Passarella
Pagine: 352
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Sebbene il Giappone degli anni ’80 sia già un’indiscussa potenza mondiale, ci sono ancora alcuni aspetti che restano radicati nel passato (per carità, non che noi in Occidente stessimo messi tanto meglio eh…).
Fatto sta che Chiharu Yamakawa, casalinga trentenne, è sostanzialmente prigioniera in casa.
Perché difatti è quello il posto dove stare: disponibile a qualunque richiesta del marito salary man e devota alle necessità delle figlie ancora piccole ma comunque già autonome, Chiharu non può avere desideri o sogni propri.
Intrappolata in una realtà che, purtroppo, è in certi casi ancor oggi attuale (non solo in Giappone), Chiharu cercherà di spezzare la monotonia di una vita.
Tenui bagliori è un manga pubblicato tra il 1981 e il 1984, decisamente riflesso della realtà dell’epoca.
Introdurre poi, nella ristretta concezione del matrimonio, la determinazione della donna e la sua necessità di auto-definirsi è stato da parte di Yamada decisamente rivoluzionario.
E sicuramente, in questo manga che parla di matrimonio fallito e della pressione nell’educare e crescere dei figli, rientra l’esperienza personale della mangaka che, nel 1981, si separò dal marito accusandolo di abusi domestici [per ulteriori dettagli potete far riferimento alla pagina Wikipedia].
Pur con qualche sketch comico e alcuni momenti di tenerezza – soprattutto con le figlie, la storia è decisamente malinconica e triste; si avverte decisamente il senso di prigionia e impotenza di Chiharu e delle donne che lei rappresenta.
Insomma per tirare un attimo nel fila del mio discorso.
Il manga è uno slow burner e la lotta penosa e impotente di Chiharu, alla fine, coinvolge; tuttavia devo ammettere che la mancanza di un punto di arrivo nella storia (pur comprendendo che, nell’ottica della storia stessa, una conclusione netta non poteva esserci) mi è pesato molto.
