Harry Potter e la maledizione dell’erede recensione

Harry Potter e la maledizione dell'erede recensione Titolo: Harry Potter and the cursed child
Autore: Jack Thorne
Genere: Sceneggiatura
Anno di pubblicazione: 2016
Titolo in Italia: Harry Potter e la maledizione dell’erede
Anno di pubblicazione ITA: settembre 2016

Un nuovo anno sta per iniziare a Hogwarts. Sul binario nove e tre quarti, troviamo un conosciuto gruppo di persone: i Potter con i loro tre figli (James, Albus Severus e Lily) e i Granger-Weasly con la figlia Rose (hanno anche un maschio di nome Hugo).
Ma l’anno non sembra cominciare sotto i migliori auspici. Sul treno diretto a Hogwarts, il giovane Albus farà la conoscenza con il giovane Scorpius, il figlio di Draco Malfoy, mandando così a monte l’amicizia con la cugina Rose. E la scuola di magia non gli dà un’accoglienza migliore. Eh, no, il cappello parlante ha deciso: Albus Severus Potter… Serpeverde!
E i guai, ahimè, non sono finiti qui…

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Chiuso Harry Potter e i doni della morte – sebbene con una punta di amarezza -, sopraggiunta la tristezza per la fine di una saga che mi aveva tenuto compagnia sin da bambina, è arrivata anche l’accettazione: ogni cosa ha una sua fine – persino le saghe letterarie.
Certo, certo, speravo anche io in qualche seguito, qualche approfondimento (di cui, comunque, Pottermore è ben fornito); e andava bene così. La stessa Rowling poi – lo ricordo – aveva fatto sapere che non ci sarebbero stati seguiti diretti della saga, ma solo brevi episodi realizzati per il portale Pottermore e disponibili gratuitamente per tutti gli iscritti. Insomma, ero contenta così; la decisione della Rowling mi era sembrata coerente e onesta con il lettore. La saga di Harry Potter, con il suo magico intrattenimento, era finita.
Tuttavia, mi spiace essere così brutale – sono comunque una fan della serie -, era evidente che la mucca non era stata munta del tutto (io, ovviamente, ci sono caduta con entrambi i piedi… ehehehehe!)…

Prima di cominciare con la mia analisi, ci terrei a precisare una paio di cose. La prima: si tratta di una sceneggiatura, quindi bisogna sapersi accontentare. Non ci sono attori che leggono battute; non ci sono fondali che scorrono. Deve essere il lettore, nel suo abituale sforzo immaginativo, a vedere muovere i personaggi, a immaginarsi gli sfondi che cambiano a seconda della scena. Quindi, non ti aspettare un romanzo: dovrai leggere le battute, le intestazioni e le brevi indicazioni della sceneggiatura e immaginarti il tuo Harry Potter and the cursed child (Harry Potter e la maledizione dell’erede che arriverà in Italia a settembre).
La seconda: la sceneggiatura è stata scritta da Jack Thorne ed è (n.b.) basata sulle idee di J.K. Rowling (sebbene il suo nome sia in bella mostra sulla copertina, lo screenplay è opera di Thorne e non c’è dato sapere se o quanto in profondità abbia collaborato anche la Rowling).

Ora lo ammetto, nonostante fossi un po’ infastidita dalla decisione (di aggiungere un altro capitolo a una saga la cui chiusura era stata ufficialmente e definitivamente annunciata), ho cominciato a leggere questo nuovo capitolo con una certa dose di nostalgia ed emozione e… le prime scene se ne vanno rapide in un misto di affetto e malinconia. Tuttavia, per essere il più obiettiva possibile, si tratta di passaggi scontati e che, sostanzialmente, ricopiano i primi momenti di Harry nel mondo della magia (1. Le rassicurazioni circa la relativa sicurezza di passare attraverso il muro della stazione… ma perché Albus non ha mai visto il fratello James andare a Hogwarts?; 2. Le caramelle che vengono offerte dal “nuovo amico” e Harr… ehm, Albus non sa quale scegliere perché non le conosce – la madre, oddio mi suona strano definire così Ginny, non gli permette di mangiarle; 3. Il cappello parlante… vogliamo ricordare di come la sua prima scelta per Harry Potter fosse proprio Serpeverde?!). Detto questo, più si va avanti e più la vicenda si ingarbuglia (sebbene resti, purtroppo, scontata). Il difficile rapporto tra Harry e Albus, la difficile vita di Albus come figlio del famoso Harry Potter nonché pecora nera ufficiale di una famiglia così in vista e famosa. Accanto alla famiglia Potter però troviamo, oltre ai fedeli Granger-Wisley, anche i Malfoy di cui ho apprezzato soprattutto la figura di Scorpius (che nome orrendo, povero bimbo!). Disgraziatamente, c’è purtroppo qualche elemento che ritorna dai precedenti libri (come ad esempio l’introduzione illecita nel Ministero della magia grazie alla pozione Polisucco… dove l’ho già vista?) e qualche elemento che non ritengo davvero plausibile, “conoscendo” i personaggi:

Attenzione SPOILER!!!

  1. Hermione che non si accorge di come il Ron che le impedisce di entrare nel suo ufficio al ministero della magia sia, in realtà, il nipote sotto effetto della Polisucco e, dannazione!, loro tre sono stati i primi a usare questo trucchetto, possibile che non gli sia venuto in mente di prendere qualche precauzione nel caso qualcuno ci riprovasse?;
  2. La libreria incantata di Hermione. Perché dovrebbe predisporre degli indovinelli da risolvere per arrivare alla giratempo? Voglio dire: così è scontato incorrere nella possibilità che qualcuno li risolva (in fondo, sono solo tre e basta spostare qualche libro) e trovi la giratempo… non sarebbe stato meglio nasconderla e basta senza dare suggerimenti per trovare la sua ubicazione?;
  3. Il fatto che Delphi, per quanto possa essere una brava strega e figlia di cotali genitori, è pur sempre una ragazza di vent’anni che la fa in barba non solo al vecchio Amos e all’intera casa di riposo (ovvero posto frequentato da parecchi maghi più o meno capaci), ma anche… al Ministro della magia in persona e a tutta la sua gang?! Con un banale incantesimo di malia?!;
  4. E poi… vogliamo parlare dei suoi genitori?! Ora, Bellatrix con la sua cieca adorazione ci sta, davvero… ma Voldemort?! Non lo so… non la vedo una cosa plausibile, lui così concentrato sulla sua vendetta su Haaaaarryyy Potttttterrrrr, sul suo raggiungere finalmente la “forma” completa e poi la sua necessità di completare il suo piano per conquistare e dominare il mondo della magia… una figlia? Ok, questo è più un appunto personale, in verità… mi scuso!

Per proseguire con la storia. L’ho trovata molto sottotono rispetto alla saga principale; molti passaggi scontati o poco in linea con le personalità dei personaggi dei libri (non sto a ripetermi: vedi lo spoiler sopra… dopo che avrai letto la sceneggiatura); ci sono vari richiami, vari personaggi che ritornano (e che non si possono “guardare” senza una dolce sensazione di nostalgia) e l’ho trovata più un omaggio che un vero seguito.
Gli aspetti cui si è prestata più attenzione, e che di conseguenza sono meglio riusciti, sono:

  1. Il rapporto Harry/Albus, ma comunque non capisco come Harry ammetta di “non riuscire a essere un buon padre” considerando che di figli – che non creano casini – ne ha altri due;
  2. E la sofferta figura di Scorpius.

Il resto non so, ho avvertito una certa fretta, una necessità di “far stare così le cose” per uso e consumo della storia che si voleva raccontare, ma non ben approfondito… mi rendo conto che si tratta di una sceneggiatura, ma vedo difficile collaborare Harry e Draco o Draco e Hermione o Draco e Ron (questione che viene risolta nel giro di un paio di battute).
Tornando alla sceneggiatura in sé. Ci sono tanti passaggi di scena, poi i duelli tra maghi, le scale semoventi di Hogwarts, gufi volanti (ora capisco!)… insomma, scommetto che a teatro la resa sia davvero ben organizzata e studiata. Sarei stata curiosa di vederla.

Concludendo, è Harry Potter. Un Harry Potter più grande, con dei doveri “più grandi” (=la paternità) e con un ruolo importante al Ministero della magia. È ovvio che, come fan della saga originale, mi ha fatto un enorme piacere ritrovare i “miei” personaggi in questa nuova veste adulta, vederli confrontarsi con i figli, i doveri, ect.
Per affetto, per cui, direi sì un libro da leggere.
Tuttavia, sebbene non possa che essere davvero bello ritrovare i personaggi che mi hanno accompagnato durante una buona parte mia infanzia/adolescenza, la sensazione di avere tra le mani una semplice “ministra riscaldata” è stata, purtroppo, forte.
Ora, mi devo astenere dalla mia classica valutazione che si riferisce ai romanzi e difficilmente è modellabile su di una sceneggiatura che ha un impianto diverso. Ho cercato, comunque, di essere il più obiettiva possibile e spero mi perdonerai eventuali sbavature di giudizio dovute all’affetto che provo per questa saga.

Valutazione Harry Potter e la maledizione dell'erede

 


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3 Risposte a “Harry Potter e la maledizione dell’erede recensione”

  1. Ciao, personalmente non sono d’accordo. Non ho trovato il tutto così clamorosamente “minestra riscaldata”, anzi a me è piaciuto! (sarà che mi è sempre piaciuto leggere i copioni delle opere teatrali!) Inoltre il discorso collaborazione Draco/trio non l’ho trovato assurdo, anzi…quando si tratta di salvare il proprio figlio tutto passa in secondo piano compreso vecchi rancori/antipatie. Senza contare che a volte basta un momento insieme per scoprire sotto una luce nuova una persona che prima non ci piaceva.

    1. Ciao Jessica,
      e grazie per il tuo commento; sono contenta di poter approfondire opinioni diverse!
      Mi fa piacere che la lettura ti sia piaciuta e non sia stata uno spreco di tempo (ho sentito molti che sono rimasti davvero delusi). Comunque, avevo grandi aspettative in questo nuovo capitolo di Harry Potter… forse troppe e la sensazione che non si sia fatto abbastanza, purtroppo, mi resta.
      A presto e buone letture! ^^

  2. Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda! Anche io ho trovato l’intreccio davvero carente di profondità, e certi espedienti davvero troppo scontati. La vera rivelazione di questo libro per quanto mi riguarda è la figura di Scorpius Malfoy, personaggio che ho trovato davvero ben congegnato (un po’ nerd come Hermione, un po’ burlone come Ron, molto impacciato come Neville) e adorabile. Più di Albus, devo ammettere.
    Ho molto apprezzato inoltre il fatto che tu abbia sottolineato l’importanza di considerare questo libro per quel che è, cioè una sceneggiatura teatrale, che non può essere confrontata, proprio come tipologia testuale, ad un romanzo.
    Ti lascio anche la mia di recensione, se ti interessa 🙂
    A presto!

    http://whenwetalkaboutbooks.blogspot.it/2016/09/harry-potter-e-la-maledizione-dell-erede.html

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