Come avrai notato, con la recensione di “L’amore bugiardo“, ho deciso di inaugurare un nuovo sistema di valutazione più preciso e chiaro (almeno me lo auguro), in modo che possa fornirti una panoramica adeguata del libro (anche nel caso tu decida di leggerlo).
Intreccio (e Fabula), Personaggi, Linguaggio, Ambienti
Dal semplice voto globale, siamo passati a un voto finale, che in realtà è la risultante di più voci: intreccio/fabula, personaggi, linguaggio e ambienti.
Il voto globale espresso altro non è che la media aritmetica di queste quattro voci.
Quindi attenzione: i singoli voti sono molto importanti e ti aiuteranno a comprendere il libro attraverso questi quatti aspetti.
Vediamo di spiegare cosa si nasconde dietro i criteri che ho deciso di usare, in modo che anche tu possa farti un’idea chiara di quello che ho in mente quando mi riferisco alle singole voci.
Ah, un’ultima premessa: le voci non sono in ordine né importanza né altro.
Intreccio (e fabula)
Un buon intreccio è fondamentale per un buon libro. È importante, però, non solo come si racconta una storia (anche se il linguaggio, la forma che uno dà alle proprie storie è comunque un altro aspetto basilare), ma anche cosa vi si dice. Insomma, la forma è necessaria, ma deve anche essere riempita di contenuti.
In questa prima voce, faccio riferimento al significato tradizionale di intreccio (cioè all’ordine, cronologico o meno, con cui vengono presentati i fatti), ma anche alle vicende narrate (la trama per intenderci o la c.d. fabula).
Quindi, il voto, in questo primo criterio, esprime un complesso di risposte a domande quali, per esempio: la narrazione è tenuta bene? È capace di appassionare? È chiara come esposizione dei fatti? E questi fatti sono originali, reggono sul piano logico? L’idea generale è credibile (e con credibile non mi riferisco a zombie e fatine – sono una lettrice di fantasy, quindi non mi scandalizzo – ma proprio alla coerenza logica della vicenda)? La storia è interessante?
N.B. Per esigenze grafiche, ho preferito inserire la semplice dicitura “Intreccio” e lasciare da parte la “Fabula”. In ogni caso, vale ciò che ho scritto sopra.
Personaggi
Il secondo criterio, ripeto senza alcun ordine di importanza, riguarda i personaggi (protagonisti, comprimari, antagonisti, secondari, ect.).
Non solo, quindi, la mia valutazione si basa sulla descrizione fisica dei personaggi (talvolta, sorvolabile nella narrazione dei fatti), ma anche sull’attenzione che viene dedicata alla cura della loro personalità (pensieri, aspirazioni, vita passata, carattere, trascorsi, motivazioni di fondo che lo spingono ad agire in modo invece che in un altro, ect.).
È importante che i personaggi non abbiano tutti lo stesso carattere o identici modi di fare, ma che siano sfaccettati e differenti l’uno dall’altro.
Linguaggio
Per quanto riguarda il linguaggio, ti rimando a quello che ho accennato quando parlavo dell’intreccio: è fondamentale. E, sì, sono molto bacchettona da questo punto di vista, ma uno scrittore non deve solo avere delle buon idee (comunque, importanti, perché altrimenti di cosa mi parla nel suo libro?), ma deve anche essere capace di esprimerle con un linguaggio superiore alla media (altrimenti, sarebbe troppo facile e saremo tutti scrittori… anche se, ultimamente, stiamo assistendo a un drastico cambio direzionale).
Piccola postilla: non sopporto lo stile telegrafico (soggetto. verbo. punto.). Sicuramente, è una questione di incompatibilità reciproca: ammetto, infatti, di essere molto più prolissa nella costruzione delle mie frasi.
Ambienti
L’ultima voce riguarda gli ambienti – intesi anche come mondo, ambientazione, “aria che si respira” et similia – e la cura nella loro descrizione (non necessariamente alla Tolkien).
Intendo qui la capacità dello scrittore di rendere con le parole delle immagini, che si devono creare quasi automaticamente nella mente del lettore, in modo che questo possa figurarsi immediatamente la scena su cui i suoi personaggi si muovono.
Fine. ^^
Legenda
- Pessimo: non ci siamo per niente.
Eviterei categoricamente di leggere altro di questo/a autore/autrice. - Scarso: si doveva fare di meglio.
È altamente probabile che di questo/a autore/autrice non legga altro. - Nella media: né bello né brutto. Né eccelso né orribile. Non mi ha lasciato entusiasta, ma nemmeno schifata.
È possibile che dia una seconda possibilità all’autore/autrice. - Molto buono: Molto buono!
È molto probabile che di questo/a autore/autrice decida di leggere altro. - Perfetto: Davvero magnifico!
Leggerò sicuramente altro di questo/a autore/autrice.
Postilla: Il sistema di valutazione è applicato a tutte le recensioni, fatta eccezione totale per le autobiografie (sulle quali ritengo, infatti, impossibile esprimere un “giudizio” sulle esperienze vissute e raccontante in prima persona dai loro protagonisti diretti) i saggi e le raccolte di racconti (quando gli scritti sono di autori diversi).
Per quanto riguarda, invece, le biografie, i precedenti criteri valgono così parametrati:
- Nella valutazione dell’intreccio (e fabula) – così come per gli ambienti -, si terrà conto della capacità del biografo di rendere bene l’epoca, il tempo, i particolari e i dettagli della vita del protagonista.
Inoltre, importante, nel cumulo del voto per questi voci, sarà anche l’eventuale materiale bibliografico sfruttato dall’autore/autrice per meglio rendere la biografia; - Discorso simile vale anche per i personaggi, i quali, ovviamente, non potranno essere valutati per il loro carattere o indole, ma solo per la capacità e disinvoltura con la quale il/la biografo/a riesce a renderli credibili e/o simili ai loro corrispettivi reali;
- Infine, per il linguaggio, nulla cambia.