L’inferno è una buona memoria recensione

Titolo: L’inferno è una buona memoria
Autrice: Michela Murgia
Genere: Saggio breve
Anno di pubblicazione: 2018

– Ho ricevuto una copia di questo libro in cambio di un’onesta recensione –

Sul blog abbiamo parlato anche di:
🫖 Le amiche di Jane
🌲 Mai più sola nel bosco
💄 Memoria delle mie puttane allegre

«Non esistono libri innocui,
perché non siamo innocui noi.»
Michela Murgia, L’inferno è una buona memoria
Marsilio editore

Una rivoluzione è avvenuta in modo silenzioso ma inesorabile: quella della donna nella letteratura. E complice di questo moto improvviso fu Marion Zimmer Bradley. 

Ai più questo nome suonerà forse sconosciuto oggi, ma qualcuno forse ricorderà una saga (capitanata da “Le nebbie di Avalon”) e pure una serie televisiva. 

Ecco io vidi quella: la serie tv e ne rimasi sconvolta perché tutto era cambiato nel classico ciclo arturiano e dei suoi cavalieri della tavola rotonda. 

Le «personagge», come le chiama Murgia, non erano più semplici figurette («accenni di creatura») utili solo per definire un ruolo (“regina”, “strega”); erano donne vive, consapevoli, complicate, manipolatrici alcune, «strateghe» altre. 

Il primo contatto di Michela Murgia con “Le nebbie di Avalon” avviene, invece, qualche annetto prima del mio e per via cartacea. Perché un bel tomo corposo e scritto piccolo è quello che serve alla scrittrice per superare nove ore di traghetto e restare vigile. 

Da lì si dipana un mondo: cosa che – okay – dovrebbero in teoria fare tutti i libri, ma nella pratica scovare un libro illuminante è molto complesso. 

Perché qui non si parla solo di gentil dame e potere e cavalieri senza macchia: si parla di ambizione, di odio e rivalità, di piani calibrati e di sentimenti repressi.
Si parla di donne, madri, mogli, serve, mere pedine, ma in primo luogo donne!
Si invertono dei canoni; si guarda una storia classica da un punto di vista diverso, quello femminile. 

L’inferno è una buona memoria”, nell’ambito nella nuova collana targata MarsilioPassaParola“, è quindi una sorta di introduzione, di invito alla lettura in cui “visioni” da un libro compongono un’analisi davvero eccellente e affascinante da parte della nostrana autrice con qualche accenno personale.

Adesso? Adesso non posso far altro che andarmi a leggere la saga di Marion Zimmer Bradley.

Ogni libro dovrebbe avere una breve premessa firmata Murgia. Io lo comprerei al volo. 


P.S. L’unico “appunto” che posso fare (per la serie “nerditudine”-mai-abbastanza) è che la citata Dama Galadriel non è la signora di Granburrone, ma di Lórien.

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