Tornare a casa

Titolo originale: Mittagsstunde
Autrice: Dörte Hansen
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2018
Titolo in Italia: Tornare a casa
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Teresa Ciuffoletti

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Com’è tornare a casa, a Brinkebüll?

Riscoprire luoghi che si ricordavano in qualche modo più grandi, diversi; ritrovare persone e chiedersi su quale percorso sconosciuto la vita abbia portato altre.

Alla soglia dei cinquant’anni, Ingwer farà ritorno nel paesello d’origine per badare ai quasi centenari nonni, Sönke ed Ella, che però lui ha sempre identificato come “papà e mamma“.

Sönke s’aggrappa alla sua quotidianità con caparbietà, quella stessa caparbietà che gli ha concesso di sopportare tante cose nella vita, anche se ora come ora l’età non lo aiuta certamente; Ella invece è dispersa ormai nella sua stessa mente che le fa confondere il passato con il presente, gli scomparsi con i presenti.

Ma se il presente è questo, c’è un passato che ha portato a questo momento: un passato in cui il maestro Steensen bacchettava gli alunni e difendeva il passato dell’umanità dall’incuria delle ruspe e dell’uomo moderno; un passato in cui il moderno ha cercato di metter bocca (e alla fine c’è riuscito); un passato in cui una locanda era il polo di un centro umano fatto di silenzi, gentilezza, resilienza; e in cui Ingwer aveva una madre che chiamava sorella.

Bello.

So che non si dovrebbe scrivere un semplice “bello” e punto quando ci si propone di scrivere una recensione, perché in fondo che vuol dire?

Ma questa è stata la prima parola che mi è venuta in mente conclusa la lettura.

Tornare a casa ci avvolge in un microcosmo che è vivo, che è reale con personaggi che vibrano di umano tormento e di umane passioni.

In paese c’è chi ignora, chi sopporta, chi semplicemente sopravvive giorno dopo giorno. Ed è tutto lì in quelle strade, in quelle case di contadino che per generazioni hanno raccolto silenziosamente i segreti di generazioni.

Malinconia e romanticismo s’intrecciano nella storia della Hansen (scommetto che leggerla in originale renderebbe ancora più nette le differenze nell’uso del tedesco, ma la traduzione di Teresa Ciuffoletti riesce a trasmettere grandissima passione).

La storia di per sé è semplice, quasi banale (si tratta di un uomo che torna a casa per accudire i nonni), ma il mondo che c’è dietro vibra di emozioni.

Tornare indietro non si può… e va bene così. Ma incedere verso il futuro ci impone di stare al passo.

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