Titolo originale: Zeitenwende
Autrice: Carmen Korn
Genere: Saga familiare
Anno di pubblicazione: 2018
Titolo in Italia: Aria di novità
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Manuela Francescon
Preceduto da:
– Figlie di una nuova era
– È tempo di ricominciare
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Con Aria di novità si chiude – ahimè – la trilogia di Carmen Korn; una delle prime saghe familiari alle quali mi sono affezionata.
Gli anni passano, i nostri personaggi invecchiano sempre più (preparate i fazzoletti; anche se qualche addio avviene in maniera troppo rapida per i miei gusti, ne avrete bisogno!); le nuove generazioni sono ancora una volta pronte a prendere il testimone.
E questo è uno degli aspetti che più mi sono piaciuti di questa saga: come, di libro in libro, anche figli e nipoti e pronipoti conquistino il loro spazio e il loro ruolo nella storia assumendo una dimensione propria e slegata da quella delle protagoniste originarie (Henny, Kathë, Lina e Ida).
Tanti gli eventi sullo sfondo che tornano a impattarsi e a influire sulla vita dei personaggi – proprio come avevo apprezzato nel primo volume (nel secondo, invece, mi era sembrato che questa influenza esterna fosse stata un po’ ridimensionata).
Certo, ci sono alcuni anacronismi; alcune situazioni piazzate lì giusto per dare notizia dell’evento (tipo l’insorgenza dell’HIV; non voglio fare spoiler, ma se leggerete o avete già letto questo capitolo capirete o sapete già a quale evento in particolare mi riferisco) e le storie d’amore sono un po’ troppo spesso “buona la prima” (fortunati loro per carità); ma storia generale e singoli personaggi sono davvero in grado di incollare il lettore alle pagine.
Aria di novità consta 527 pagine che ho divorato in meno di due giorni; questo per dire che, nonostante la mole apparente (che non deve spaventare), lo stile della Korn è così leggero e affascinante da risultare ammaliante.
Dare l’addio definitivo ad alcuni personaggi – che io ho continuato, per affetto, a immaginarmi sempre come energici ventenni – non è stato facile, ma non ci poteva essere conclusione più degna.