Essere lettore forte in Italia

Tempo fa, parlammo un po’ del lettore ideale, una specie di incrocio tra un santo paziente e un critico culinario inviperito.
Questo raro esemplare, molto timido e difficilmente osservabile in mezzo alla gente, è un divoratore onnivoro di libri, abile dispensatore di consigli, critico al punto giusto e molto attento a stile, narrazione e coerenza logica.

Lo avevamo lasciato così, allontanandoci dalla sua presenza un po’ sbalorditi e un po’ timorosi come quando si indietreggia davanti a uno strano animale del quale è difficile immaginarsi le reazioni.

Però, proprio come quando si realizza che non è normale incrociare per strada uno strano animale (a meno che non si sia nel mondo dei sogni o in uno strampalato B-movie americano), ho cominciato a chiedermi: ma esiste poi questo lettore ideale? Cioè esiste/esistono da qualche parte una o più persone non tanto abili dispensatrici di consigli, quanto semplici lettrici superiori alla media?

Be’, avevo già avuto modo di interessarmi alla questione in uno dei primi e – impaccitiassimi – articoli del blog (te lo linko qui nella speranza che la differenza tra presente e passato si noti) e non è che la situazione da allora sia migliorata.

Per carità, non è nemmeno peggiorata, ma ecco direi che non si tratta proprio di un risultato incoraggianate.

Sorvolando sui soliti discorsi ormai noti che in Italia non si legge e quasi il 50% della popolazione è analfabeta funzionale (cioè sa leggere e scrivere, ma non è capace di elaborare le informazioni che riceve in maniera critica… tosta come cosa se ci si pensa), chiediamoci chi è il lettore tipo italiano.

Cioè chi è il lettore forte, colui/colei che legge così tanto da poter ergersi a dispensatore di consigli e garante della letteratura (sì, ok, perdona questa mia immagine alla Captain America), colui/colei che viene preso come modello da convincere da parte delle case editrici.

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E, allora, eccoti il lettore forte italiano… che legge una media di un libro al mese… dodici libri l’anno. Sai quanti sono questi strani animali? Sono il 13,7% della popolazione [Fonte: Istat.it].

Di lui/lei non sappiamo altro.

Non sappiamo che generi preferisce; non sappiamo se comprende quello che legge (cioè se è capace di effettuare una scelta) o se si limita a farsi trascinare dalle mode e dalle pubblicità del momento. Se legge – o almeno conosce perché la cosa non è così scontata – anche classici o se si   limita a seguire la vasta narrativa contemporanea. Legge un libro al mese; è forte; ti basti questo.

Ci troviamo, quindi, in una situazione paradossale (comunque, non del tutto sconosciuta nel panorama italiano): chi dovrebbe porsi come “esempio” per gli altri, in realtà non si discosta poi così tanto dalla media (parliamone: un libro al mese e si è lettori forti?!).

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Ma sono tutti contenti [vedi lo stralcio di intervista riportato qui]; non si tratta di emergenza perché sono anni che le cose stanno così, anzi rispetto ai dati precedenti quasi abbiamo fatto un grande balzo avanti (e un piccolo passo per l’umanità… citando al contrario Armstrong).

Oh, mi dispiace… ultimamente scrivo un sacco di articoli pieni di sconforto. Però, sembra quasi che in Italia  – e non mi riferisco solo al comparto libri – ci glorifichiamo e beiamo della mediocrità. Per carità, va bene – benissimo – leggere un libro al mese, ma non essere considerati lettori forti se si legge una decina di libri l’anno.

Bisognerebbe incentivare a leggere ancora di più e non accontentarsi se un misero 13,7% del totale della popolazione legge in media dodici libri l’anno.

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E, invece, non sarebbe bello se si scoprisse realmente chi sono i lettori forti? Quali sono i loro gusti, le loro preferenze. Forse, così facendo, in libreria vedremo meno ciarpame (giuro, mi fa male al cuore vedere gente che ne sorpassa altra solo perché ha del seguito – magari in un ambito che non c’entra un fico secco con la letteratura e i libri).

E non sarebbe utile scoprire perché a 19 anni si smette di leggere? Che succede? Perché non trovare un modo per incentivare a leggere anche dopo?

E, bada bene, non me la prendo con chi legge un libro al mese, ma con chi si accontenta di un tale risultato, invece di rimboccarsi le maniche per migliorare, per moltiplicare questo 13,7% nella speranza che si espanda a una fetta più ampia di popolazione e, di conseguenza, diminuisca l’amplissima fetta di non-lettori.

Perché leggere – seriamente – è benessere, è cultura, conoscenza, capacità critica, capacità di ragionare. È così difficile comprendere che un cittadino informato e capace di comprendere ciò che legge è un guadagno per l’intera società?

… Okay, prendo il mio unicorno volante e me ne vado…


P.s. Tutti i dati qui riportati, e presenti anche nelle immagini, di questo articolo sono ripresi dal prospetto Istat disponibile qui


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