Wicked

wicked

Titolo originale: Wicked – The life and times of the wicked witch of the west
Autore: Gregory Maguire
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 1995
Titolo in Italia: Wicked – vite e opere della perfida strega dell’ovest
Anno di pubblicazione ITA: 2022 [nuova edizione celebrativa]
Traduzione di: Michele Piumini
Illustrazioni di: Douglas Smith
Pagine: 462

Seguito da:
– Son of a Witch
– Lion among men
– Out of Oz

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Santa Lurlina! Che succede?! Un tornado? A Oz?!

Sembra che stia precipitando una casa e, all’interno… una bambina e un cagnolino. Possibile?

Tutto (o quasi) è possibile a Oz, ma prima di andare avanti è necessario fare un passo indietro.

Sono gli anni in cui una delle tante Ozma, leggenda vuole discendente (o scelta diretta) di quella Lurlina cui accennavamo prima, regna sul paese di Oz dalla Città degli Smeraldi.

E tra i Succhialimoni è appena nata una bimba dai dentini aguzzi e… verde.

Il suo nome è Elphaba e questa è la sua storia.

Wicked è un romanzo decisamente particolare (notissimo per il suo riadattamento – diverso rispetto alla storia del libro – del musical di Broadway).

Dopo le Confessions of an Ugly Stepsister (ispirato a Cenerentola) e Mirror, Mirror (Biancaneve), Gregory Maguire decise di sviluppare creativamente un altro personaggio noto ma poco approfondito nell’originale versione: la perfida strega dell’Ovest quella con le scimmie volanti, il cappello a punta e la pelle verde.

Qui la Strega ha un nome (Elphaba), un passato e una storia che mostrano una Oz (e un Mago) decisamente diversi da quelli di L. Frank Baum (Il meraviglioso mago di Oz).

La satira politica resta una costante forte, ma qui assume sfumature e contorni diversi e logicamente più attuali.

Ci scontreremo quindi con razzismo, meritocrazia, violenza, religione, filosofia e molto altro.

Decisamente non un romanzo per ragazzi come l’originale, ma un romanzo… particolare da leggere.

E qui mi spiego.

L’inizio mi ha destabilizzata; onestamente non ero nemmeno convinta di proseguire la lettura, ma poi il personaggio di Elphaba mi ha conquistata.

È buona? No. È cattiva allora? Nemmeno.

Elphaba è sicuramente un personaggio controverso, ma estremamente reale.

Nessuno di noi è nettamente buono (o cattivo); nessuno è fatto di assoluti ma siamo fallaci, siamo umani.

Gli approfondimenti con cui Maguire definisce Oz e gli altri personaggi (aggiungendone ovviamente molti di nuovi) sono interessanti da leggere anche se alcuni discorsi si perdono un po’ nel fervore ontologico.

L’ultima parte del romanzo è quella che accomuna questa storia con la sua versione originale e faranno la loro entrata in scena tutti gli altri personaggi noti (Dorothy, Totò, il Leone etc.).

Ma è qui che le cose di nuovo hanno ripreso a non tornarmi molto.

Il personaggio di Elphaba perde il senso (e la coerenza) che aveva nelle trecento e passa pagine precedenti; in breve, nelle ultime cento pagine diventa la caricatura di se stessa. Perché? Boh, bella domanda.

Ricapitolando quindi: Elphaba è un personaggio che vale decisamente la pena conoscere (e sarei curiosa, da una parte, di proseguire la lettura degli altri capitoli della serie) però l’inizio e il finale della storia… decisamente boh.

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