Titolo originale: The Great Glorious Goddamn f it All
Autore: Josh Ritter
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2021
Titolo in Italia: Una grande gloriosa sfortuna
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Francesca Pellas
Pagine: 269
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Weldon Applegate ha raggiunto la veneranda età di novantanove anni, ma si trova in un letto di ospedale a casa del suo acerrimo nemico Joe Mouffreau.
È questa l’occasione per recuperare e raccontare una serie di ricordi personali legati a un’America che ormai non esiste più: quella del proibizionismo e dei taglialegna.
La famiglia Applegate è leggenda per qualcuno proprio per questo: da generazioni gli Applegate sono boscaioli, si tramando l’ascia con la quale lavorano e la proprietà di un terreno, il Terreno Perduto, che fa gola a molti ma è anche causa di una valanga di calamità…
Una grande gloriosa sfortuna è un romanzo che regala scorci su di un mondo scomparso e ormai dimenticato con una natura forte, affascinante e incontaminata verso la quale non si può che restare abbacinati.
Cordelia, cittadina dell’Idaho in cui si svolge la vicenda, è un agglomerato che gira attorno ai taglialegna, un mestiere che però sta sparendo, e concentra in sé persone provenienti da paesi diversi con credenze e superstizioni differenti (qui condensate nel personaggio della Strega, Sohvia).
Tuttavia, pur avendo davvero apprezzato molto il contesto e il tono della narrazione, non sono rimasta altrettanto colpita dalla storia.
Si parte bene in realtà: la narrazione è ritmata e intrigante, le basi della storia vengono gettate in modo da sembrare molto promettenti ma poi qualcosa si è bloccato e ho iniziato a perdere progressivamente interesse.
La storia rallenta – o almeno questa è stata la mia sensazione -, le vicende si fanno un po’ ripetitive, si perde la connessione con i personaggi e l’interesse verso le loro vicende.
Pur apprezzando il tono irriverente di Weldon, nostro irascibile narratore, e il tutto che fa da sfondo alla vicenda, non posso purtroppo dire di esserne rimasta colpita.
Peccato…