Alla ricerca del principe Dracula

Sulle tracce di Jack lo Squartatore recensioneTitolo originale: Hunting Prince Dracula
Autrice: Kerri Maniscalco
Genere: Young Adult
Anno di pubblicazione: 2017
Titolo in Italia: Alla ricerca del principe Dracula
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Maura Dalai

Preceduto da: 
Sulle tracce di Jack lo squartatore

Seguito da:
In fuga da Houdini
Capturing the devil

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Esattamente dove li avevamo lasciati (quindi attenzione se non hai letto il primo volume: spoiler più avanti!), Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell sono in viaggio verso l’inquietante e misterioso castello di Bran, noto un tempo come la residenza del leggendario Vlad l’Impalatore (per gli amici semplicemente Dracula).

Adesso il castello ospita la più prestigiosa accademia di Medicina legale d’Europa.

Appena arrivati, ma sarebbe più giusto dire prima ancora di arrivare, i nostri amici si portano dietro una scia di cadaveri che nemmeno Jessica Fletcher a Cabot Cove.

Lo strambo è che queste morti sospette ricordano tanto le vittime di un vampiro perché non gli resta in corpo nemmeno una vaga goccia di sangue.

E quindi chi sarà l’assassino? Una vera leggenda o un mortale che gioca con i miti?

In linea generale, mi sento di confermare quello che già avevo avuto modo di dire per il precedente capitolo della serie.

In breve:

  • l’ambientazione storica non sempre precisa... per carità nessuno vuole leggere un pedissequo trattato, ma certi passaggi risultano davvero poco credibili (come le continue scorribande notturne e l’indipendenza eccessiva di Audrey Rose teoricamente “damina” di buona famiglia).
    Ho apprezzato la puntualità con la quale, in una nota finale, l’autrice specifica ciò che ha inventato/modificato per l’esigenze della storia ma non sono stati questi gli elementi a farmi storcere il naso, ma proprio gli anacronismi dei personaggi;
  • personaggi non troppo originali con il classico duetto lei/lui;
  • alcune incongruenze o spiegazioni affrettate.

In più, però, qui mi sento di fare degli appunti su:

  • il troppo femminismo di quello purtroppo ingenuo, capriccioso e semplicistico… anche perché lei viene improvvisamente colpita da una specie di isteria allucinogena, cosa che in effetti – guarda caso – non la aiuta certo con il processo di emancipazione;
  • un sacco di spazio (troppo) dedicato a congetture ripetitive e a ricordi inutili (voglio dire, per arrivare qui abbiamo prima tutti letto Sulle tracce di Jack lo squartatore, quindi va bene qualche richiamo ma non un riferimento costante);
  • la storia mi è parsa meno dinamica (tutto si ripete secondo il consolidato schema: cadavere, autopsie, fughe notturne e flirt tra i due protagonisti), deus ex machina un po’ troppo evidenti (= lezioni folkrorische in un’accademia di scienza e ragione pura opportunamente in linea con le ricerche e le domande dei protagonisti).

Insomma, ho fatto davvero fatica a leggere a questo giro ma speriamo che In fuga da Houdini abbia in serbo delle sorprese.

Confermo comunque che questa serie, secondo me, si adatta meglio a un pubblico molto giovane.

Anche qui un inserto finale dedicato all'”approfondimento” del personaggio di Thomas in questo caso con uno scambio epistolare.

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