Come il vento tra i mandorli recensione

Titolo: The Almond Tree
Autrice: Michelle Cohen Corasanti
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2012
Titolo in Italia: Come il vento tra i mandorli
Anno di pubblicazione: 2014

Palestina. Una bimba sta inseguendo una farfalla in mezzo al campo prospiciente la sua casa.

Ma la scena ha qualcosa di stonato: c’è del filo spianato intorno al campo, un cartello di pericolo e i genitori e i fratelli della bimba le stanno gridando di fermarsi.

Poi è un attimo. Un boato, uno scoppio e della piccola Amal non resta altro che un corpo dilaniato.

Ma il dolore e la sventura non hanno nemmeno iniziato la loro opera devastante sulla famiglia di Ichmad.

Accusato ingiustamente di aiutare i ribelli, Baba, il padre di Ichmad, viene incarcerato; la loro casa rasa al suolo. E mentre Baba passerà i prossimi quattordici anni in una prigione in mezzo al deserto, il resto della famiglia dovrà imparare a sopravvivere… senza una casa, senza un lavoro, senza alcun mezzo di sussistenza. Come unica protezione solo l’ombra di un mandorlo.

Senza capofamiglia, Ichmad e suo fratello Abbas, di soli dodici e undici anni, devono cominciare a provvedere agli altri fratelli e alla madre. Lavorano dalla mattina alla sera in una cantiere edile spostando pietre e muovendosi sotto il sole.

Ma essere arabo nell’appena nato stato di Israele non è facile, quando anche solo per seppellire i propri morti è necessario attendere un’autorizzazione per delle settimane.

Però, Ichmad forse ha una possibilità. La sua mente è matematica allo stato puro, il suo idolo Albert Einstein e una borsa di studio in un’università israeliana potrebbe essere la sua occasione.

A conclusione della seconda guerra mondiale e delle incidibili crudeltà cui il mondo assistette, fu decisa l’istituzione dello stato di Israele (nel 1097 su decisa la ripartizione della Palestina in una parte araba e una ebraica) in una zona che divenne e, in certe circostanze, è ancora oggi territorio di forti scontri e gravi tensioni.

Da una parte, le ragioni degli “occupati” che si videro privare dello spazio abitabile e, in certi casi, anche di diritti; dall’altra parte, le ragioni degli “occupanti” che, dopo anni di sofferenze, rivendicavano il diritto alla propria unità nella zona che era stata loro promessa e concessa.

Come il vento tra i mandorli” comincia proprio così con un terreno mangiato dalle ragioni della sofferenza.

La diffidenza genera pregiudizi e i pregiudizi odio e l’odio, alla fine, genera morti.

Questo è quello che accade a un territorio, ma anche a tante famiglie da entrambe le parti della barricata.

Con uno stile molto delicato e una narrazione scorrevole, l’autrice ci guida in questa storia ricca di partite sfortunate con un destino guercio e malvagio.

Ichmad è bravo a pararne i colpi; sicuramente più del fratello Abbas che si lascerà prendere dal rancore e dalla vendetta.

Il loro polo di affetto, opposto quando si tratta di differenza di vedute, è quello meglio realizzato tra il comparto personaggi assieme alla figura del loro Baba, una persona dalla levatura morale e sociale molto alta, e a quella di Nora.

Gli altri personaggi, invece, sono un po’ lasciati a loro stessi e ricevono un approfondimento e un’attenzione sicuramente minore.

La storia segue Ichmad che, devoto ai genitori, sacrifica se stesso al benessere familiare. Ma, nel mondo israeliano, Ichmad imparerà anche a mettere da parte la diffidenza e a scoprire le libertà del mondo occidentale.

Ammetto che il  mio cervello si spegneva ogni volta che si accennava a roba matematica, ma a parte questo la carica del romanzo è davvero notevole.

Si potrebbe imparare molto gli uni degli altri semplicemente fermandosi ad ascoltare.


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