Majakovskij ed io ci siamo incrociati più volte seguendo diversi “approcci”.
La prima volta è stata grazie a Boris Pasternak e il dottor Zivago in cui Majakovskij protagonista non è (ovviamente) ma sta sullo sfondo citato come miglior poeta.
La seconda in uno sceneggiato, “La via dei tormenti“, tratto dall’omonimo romanzo di Aleksej Nikolaevič Tolstoj (discendente da un ramo minore del casato dei conti Tolstoj, di cui faceva parte anche Lev Tolstoj); qui comprimario tormentato che incrocia per qualche tempo la vita delle protagoniste.
Infine, in generali riferimenti nel corso dei miei studi storici, letterari etc.
Però… non avevo mai letto direttamente nessuno dei suoi scritti.
Se accendono le stelle è stata quindi la mia occasione.
In questa selezione, curata da Guido Carpi, si trova il Majakovskij poeta cupo, il futurista che sparpaglia i versi nella pagina, il grande sostenitore della rivoluzione (ma non altrettanto dei metodi e della mentalità della nuova classe di comando del partito).
Il testo a fronte russo – per me purtroppo incomprensibile – oltre a lasciare un certo fascino, non può non far pensare al Majakovskij declamatore di versi e a un ritmo e un suono che solo per iscritto inevitabilmente si perde.
I componimenti sono intervallati dalle illustrazioni di El Lissitzky.
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