La custode dei peccati

la custode dei peccati

Titolo originale: Sin Eater
Autrice: Megan Campisi
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2020
Titolo in Italia: La custode dei peccati
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Alessandro Storti
Pagine: 398

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Ha rubato un pezzo di pane, è stata arrestata e adesso è in attesa della sua pena… che non sarà tanto clemente a giudicare da quelle delle altre prigioniere.

Eppure, arrivato il turno di May, il procuratore rimanda inspiegabilmente la decisione… e dopo giorni di snervante attesa però eccola: May diventerà una mangia peccati.

È costretta a indossare un collare e una “S” le viene tatuata sulla lingua.

Da un momento all’altro nessuno la guarda in faccia né le rivolge la parola; May è invisibile, ineludibile.

La sua unica speranza è l’altra mangia peccati di zona con la quale però sarà difficile comunicare considerato il voto di silenzio che le mangia peccati sono obbligate a tenere.

La custode dei peccati è il romanzo d’esordio di Megan Campisi e devo dire che, nonostante non sia perfetto, mi è piaciuto molto.

Il tutto nasce da una figura realmente esistita tendenzialmente nelle zone anglo-americane: il mangia peccati.

Nella storia del libro questo “piacevole” ruolo è esclusiva femminile, ma storicamente la figura non era per forza vincolata al genere. Nella maggior parte dei casi si trattava di miserabili, disperati, paria della comunità disposti, per un tozzo di pane, ad assumersi i peccati del defunto.

Quando, infatti, il tempo per il confessore non c’era (o mancava proprio il prete a cui confessare) si metteva un pezzo di pane sulla pancia del morto per assorbirne ogni colpa… quindi subentrava il mangia peccati che, mangiando il pane, si accollava ogni peccato (in certi casi, non solo del defunto ma della sua intera famiglia).

Per ovvi motivi, i mangia peccati non erano persone con le quali avere piacevoli intercorsi quotidiani; la comunità li teneva a distanza (non sempre comunque, perché talvolta c’erano mangia peccati ufficiali sostentati dal villaggio) e spesso erano mal visti perché associati alla stregoneria e al culto di satana.

Fatta questa lunga premessa (sorry!), ne La custode dei peccati ci troviamo in una sorta di realtà alternativa dove la regina Elizabeth I è Bethany, figlia di re Aroldo II (che è sempre un “amore” con le numerose mogli…) in contrasto con la sorellastra Maris/Mary.

Le dispute religiose sono tra creatoriti ed eucaristiani invece che fra cattolici e anglicani, ma insomma è evidente che siamo in quel periodo storico (tra il 1500 e gli inizi del 1600).

Questa reinterpretazione del background storico unita all’intrigo della figura della mangia peccati rendono la storia intrigante; un tono semplice e scorrevole e una narrazione spigliata e comunque coinvolgente (anche se parecchio prevedibile) fanno il resto.

Ben costruito anche il personaggio della protagonista, la sua crescita, il suo turbamento e la sua faticosa conquista di sé in una società in cui il pesante peccato originario è sempre tutto sulle spalle delle donne.

Ci sono tuttavia alcuni punti deboli nella storia secondo me che però non riporto perché non voglio far spoiler (in generale comunque direi che il mistero è facilmente comprensibile, un paio di punti nella storia sono poco credibili e i personaggi non sono poi così strutturati), ma come scrivevo il quadro globale mi è piaciuto molto.

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