L’ottava vita

l'ottava vitaTitolo originale: Das achte Leben (für Brilka) L’ottava vita
Autrice: Nino Haratischwili
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2014
Titolo in Italia: L’ottava vita
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Giovanna Agabio

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

«Tu sei un filo, io sono un filo, insieme formiamo un piccolo ornamento,
e insieme a molti altri fili formiamo un motivo.
I fili sono tutti diversi, diversamente grossi o sottili, tinti con colori diversi.
Se li prendi singolarmente i motivi sono difficili da distinguere,
ma se li osservi legati l’uno all’altro rivelano storie fantastiche.»

Quando inizia una storia? E soprattutto come?

Perché, in definiva, UNA storia non è mai singola, separata ma vede l’intreccio e lo scontro di coincidenze, di scelte, di vite e di sogni, di ripensamenti e rimpianti.

Quindi… tutto inizia con la fuga di Brilka alla ricerca di una zia che non ha mai conosciuto? O tutto inizia con Niza – la zia in questione – che decide di unire una serie di storie e raccontarle?

Forse dobbiamo andare più indietro, agli inizi del ‘900, quando una giovanissima (Ana)Stasia, indomita e indipendente, scopre l’amore (o almeno lei così crede) per il Tenente bianco-rosso.

Oppure più indietro ancora a quando il fabbricante di dolci, suo padre, scoprì la formula per una cioccolata divina e maledetta al tempo stesso.

Insomma ciò che è certo è che la famiglia Jashi ci accompagnerà per un secolo… un secolo “rosso” sotto diversi punti di vista.

L’ottava vita è una monumentale epopea di una famiglia attraverso il tempo e la storia che, per tono, atmosfere e tormenti, mi ha ricordato i grandi romanzi russi, sebbene l’autrice sia di origini tedesche.

Partendo dalla Rivoluzione d’Ottobre, Niza – e, per suo tramite, la scrittrice – ci catapulterà in un mondo (quello russo) in evoluzione, dinamico ma anche brutale dove gli individui sono meri ingranaggi facilmente sostituibili.

Arriveremo fino agli anni ’90 affrontando zar e comunismo (con alcuni personaggi storici reali che, sebbene mai nominati per nome, sono facilmente riconoscibili) nonché drammatici eventi più recenti come il caso del sottomarino K19 o Černobyl.

Il tono è scorrevole (non farti spaventare dal numero imponente di pagine; ognuna vale di esser letta); lo stile avvolgente con personaggi vividi e complessi nella loro umana fragilità che li rende spesso vittime e carnefici delle loro stesse sfortune.

Il romanzo vede una certa predominanza di personaggi femminili, ma anche quelli maschili non sono da meno e lottano, amano, perdono e sbagliano pur convinti della giustezza delle loro idee.

Insomma, l’eredità che da loro deve raccogliere Brilka è complessa e certo non facile.

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