Entroterra

Titolo originale: INLAND
Autrice: Téa Obreht
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2019
Titolo in Italia: Entroterra
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Francesco Graziosi

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Arizona, 1893.

Nora Lark deve confrontarsi con una pesante carenza d’acqua (il marito era partito alla ricerca giorni prima e ancora non è tornato).

I due figli maggiori, che insieme al padre, gestiscono la stamperia/editoria di famiglia, sono spariti e lei è rimasta sola con il figlio più piccolo, con alcuni problemi dovuti a una brutta caduta cavallo, e una parente del marito un po’ strana (pare veda fantasmi).

Nel frattempo (ma da un’altra parte), anche Lurie vede fantasmi e ne viene, in un certo qual modo, contagiato ma la sua è una vita in fuga costante (dagli spettri, dalla legge e da se stesso).

Tra lande desolate, sensazioni, invidie e scontri in piccoli centri fatiscenti un viaggio alla scoperta dell’entroterra degli Stati Uniti.

Entroterra è un romanzo, sotto certi punti di vista, “moderno”; è western da una parte, ma è anche qualcosa in più perché non ci sono solo fuorilegge, scontri con la pistola e spazi sterminati in cui cavalcare.

Traspare, infatti, anche un ritratto di costruzione sociale, di piccoli problemi quotidiani, di lotte per la sopravvivenza in una terra ancora selvaggia e sconosciuta.

In più, mette in luce un piccolo aspetto particolare della storia americana che non conoscevo.

Ammetto comunque che vuole un po’ per riuscire a entrare nella storia e capire quello che sta accadendo, ma alla fine il viaggio è stato più che piacevole (il romanzo è lungo, ma l’ho trovato davvero godibile).

Tuttavia c’è un aspetto della storia che mi par giusto precisare: il paranormale.

Non è ovviamente predominate, ma è (molto) importante.

Anche qui, quindi, valgono le raccomandazioni che feci in occasione de Il sussurro delle api: deve piacere un certo livello di “spiritualismo” nella storia.

Lo stile narrativo della Obreht è coinvolgente e avvolgente; i suoi personaggi sono compositi, non sono né santi né diavoli.

Insomma… per me è sì!

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