Titolo: おいしいごはんが食べられますように- Oishii gohan ga taberare masu yo ni
Autrice: Takase Junko
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2022
Titolo in Italia: Le delizie della signorina Ashikawa
Anno di pubblicazione ITA: 2023
Traduzione di: Anna Specchio
Pagine: 118
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Classico sfondo da salaryman (classici colletti bianchi ma giapponesi): grande azienda, area metropolitana di Tokyo, una manciata di colleghi, pause pranzo più o meno condivise fra tutti e ritrovi a fine turno.
Ci sono ovviamente anche una serie di dinamiche e rapporti vari; uno dei più controversi è forse quello verso la signorina Ashikawa.
C’è chi infatti (come Oshio) non riesce davvero a sopportare il suo scarso impegno e presenza sul lavoro giustificato da piccoli problemi di salute, considerando poi che il lavoro non svolto ricasca su di lei; c’è chi invece la compatisce e apprezza le scuse di Ashikawa che arrivano prontamente sotto forma di dolciumi e pietanze varie e c’è infine chi (come Nitani) sviluppa invece un controverso rapporto di amore-odio.
La causa della discordia? Il cibo.
Nitani non comprende la perdita di tempo per imbastire piatti che si possono trovare già pronti in un konbini.
Ashikawa invece è ardua sostenitrice del mangiare (e cucinare) bene e in maniera bilanciata.
Le delizie della signorina Ashikawa è un rapidissimo racconto il cui protagonista indiscusso è il cibo.
Ovviamente dietro questa generalizzazione si nascondono una serie di tematiche che evidentemente criticano e mettono in discussione alcuni capi saldi della società giapponese (produttività sul lavoro, aspettative della società, individualismo etc).
Il tutto però è accennato in maniera molto blanda.
La storia è una piccola bolla che però esplode senza spiegare nulla: né come si è creata né come si è dissolta.
A volte le reazioni e le dinamiche dei personaggi (tra loro e in relazione al cibo) sono poco chiare e, per quanto apprezzi quella narrazione giapponese che offre panoramiche meravigliose in brevissimi scorsi, qua per i miei gusti sono davvero troppo accennate (tanto da renderle, in qualche caso, incomprensibili) e nient’affatto meravigliose.
Con questo romanzo l’autrice ha vinto il premio Akutagawa, uno dei riconoscimenti letterari più importanti in Giappone, ma onestamente devo ammettere di esserne rimasta un po’ delusa.