recensione a cura di The Books Blender
e Jack Aubrey
A volte capita… di entrare in una storia con grande entusiasmo, ma ritrovarsi a metà e decidere di… rinunciare.
Purtroppo dobbiamo ammettere che è quello che è successo con Ghiaccio.
Ambientato in un mondo in cui il ghiaccio e il gelo avanzano (ma forse no 🤷♀️), un uomo, innamorato (ossessionato?) di una donna, parte alla sua ricerca dopo che lei abbandona il marito violento (?) per ritrovarsi sotto il controllo di un altro schizzato, governatore di una non meglio precisata comunità.
Ora la storia è anche potenzialmente interessante, ma è realizzata in maniera strana.
I tempi narrativi si mescolano (a volte nella stessa frase) e rendono davvero difficile – talvolta incomprensibile – capire quando (e dove) siamo, se l’azione si sta svolgendo adesso, si è già svolta… o se non sia invece un’allucinazione/desiderio/incubo del narratore-protagonista.
I personaggi acuiscono questo senso di straniamento – indubbiamente sensazione ricercata dalla scrittrice, ma che per i miei gusti eccede, minando la comprensione dell’intera storia.
Lì per lì si è portati a simpatizzare per la loro malasorte, ma poi il progredire confuso della vicenda rovina questa iniziale simpatia rendendo difficile comprendere le loro azioni o le loro motivazioni.
Detto questo, c’è comunque da considerare che abbiamo interrotto la nostra lettura poco oltre la metà della storia. La parte restante potrebbe completamente stravolgere la nostra opinione fin qui, ma andare avanti onestamente è complesso… nonostante abbia fatto numerosi tentativi.
Quindi per noi Ghiaccio è nato da una probabile buona idea, ma purtroppo realizzata male.
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