I Pirati dell’Oceano Rosso

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Titolo originale: Red Seas under Red Skies
Autore: Scott Lynch
Genere: Avventura
Anno di pubblicazione: 2007
Titolo in Italia: I Pirati dell’Oceano Rosso
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Traduzione di: Anna Martini
Pagine: 720

Preceduto da:
Gli inganni di Locke Lamora

Seguito da:
La repubblica dei ladri

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

recensione a cura di Jack Aubrey

Secondo volume della saga dei Bastardi Gentiluomini, se non hai letto il primo volume, attenzione agli spoiler! Trovi la recensione del precedente volume qui.

Locke Lamora e Jean arrivano a Tal Verrar, una ricca isola, in cui è custodito il più grande e il più sicuro caveau al mondo.

Questo presenta una sfida all’altezza della Spina di Camorr e dei Bastardi Gentiluomini, o almeno a chi rimane dopo le difficoltà affrontate nella città di Camorr.

Il padrone del caveau e del Peccapicco, unica casa da gioco dell’isola, è Requin, uomo ambizioso e capo di tutti i malviventi di Tal Verrar. Mentre svolgeranno la loro missione consacrata al tredicesimo dio (il Disonesto Tutore), Locke e Jean verranno catturati dall’Arconte, una specie di shogun, e convinti ad assoldare una manica di manigoldi e pirati, per portare la guerra nel mare di Tal Verrar.

Infatti l’Arconte è in guerra con i Priori, una specie di amministratori che governano la parte civile ed economica dell’isola. L’Arconte così spera di Rinnovare il suo potere militare e distruggere la fazione avversaria.

Tra vecchi e nuovi nemici, Locke dovrà escogitare piani per mantenere la banda unita e viva, sempre ricordando qual è il volere del loro Dio e la loro missione.

Lieve miglioramento rispetto al primo capitolo.

La scrittura e più fluida, infatti sono quasi stati eliminati i grossi paragrafi di flashback e flashforward, che rallentavano e rendevano noioso il primo libro.

Comunque persiste il problema del “nessun colpo di scena all’orizzonte” (tranne uno che non è esattamente un colpo di scena, ma un inno all’ottusità dei protagonisti); la storia è lineare e altamente prevedibile (tranne nelle fasi finali del romanzo, dove però ci scontreremo con situazioni non troppo realistiche).

Anche le ambientazioni sono migliorate: le città, i locali e le navi sono stati descritti con più cura, anche se qualche dettaglio in più e una certa vividità avrebbero potuto migliorare l’intero racconto. Dal punto di vista dei personaggi, purtroppo, non è stato fatto un gran lavoro.

Infatti i figuranti hanno ancora le due caratteristiche principali del volume precedente: poca “lungimiranza” e la quasi totale bidimensionalità. Quindi posso dire in coscienza che la serie sta migliorando… non tanto, un pochino.

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