Automi, bambole e fantasmi

automi, bambole e fantasmi

Titolo: Automi, bambole e fantasmi
Autore: E.T.A. Hoffman
Genere: Gotico
Anno di pubblicazione: 2022
Traduzioni di: Simona Costagli, Matteo Galli, Riccardo Morello, Eva Banchelli, Alessandro Fambrini, Arianna Di Pietro
Pagine: 235

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Automi bambole e fantasmi raccoglie sei racconti di E.T.A. Hoffman pubblicati originariamente tra il 1814 e il 1819 su varie riviste.

Gli automi, che apre la raccolta, ci presenterà una meraviglia meccanica così perfetta e realistica da sembrare magia e scatenare di conseguenza parecchio scetticismo.

La vicenda è ispirata alla (reale) invenzione di Wolfgang Von Kempelen che, su richiesta dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, realizzò un automa – denominato in seguito “il Turco” per la foggia degli abiti con i quali era stato vestito – in grado di giocare a scacchi e battere, almeno secondo il suo inventore, anche i migliori scacchisti.

Edgar Allan Poe lo definì come “la più meravigliosa invenzione dell’uomo” e ne rimase così entusiasta da dedicargli un racconto (Il giocatore di scacchi di Maelzel, 1836).

In tutta onestà, avendo letto prima la versione di Poe, quella di Hoffman – scritta comunque nel 1814 – mi ha colpito meno (ovviamente le storie, pur partendo dalla stessa base, sono diverse).

Segue L’uomo della sabbia, in cui l’immagine dell’omino dei sogni si lega indissolubilmente a quella di uno strano avvocato che sconvolgerà la vita al povero Nathaniel.

Schiaccianoci e il re dei topi non ha bisogno di presentazioni ed è il racconto che più ho apprezzato di questa raccolta.

La casa desolata al centro di questa storia pare, invece, tutto tranne che desolata ed è così che diventa il centro di attenzione del nostro protagonista (convinto d’aver visto una giovane affacciata dietro le finestre chiuse da tende; le altre del piano inferiore sono, per la cronaca, murate).

Il pasticcere, il cui negozio si trova proprio di fianco al “disabitato” palazzo, riferisce di strani rumori e “fumigazioni” molto sospette provenire dall’edificio in questione al cui interno sembra vivere solo un vecchissimo maggiordomo.

Il consigliere Krespel ci porta nel mondo della musica alla prese con un ometto apparentemente strambo e peculiare, la cui storia si rivelerà essere più complessa della costruzione di una casa e purtroppo drammatica.

Le miniere di Falun, ispirato anche in questo caso a un fatto di cronaca reale (il ritrovamento, nel 1709, del corpo pietrificato di un minatore), racconta invece delle vicende e dell’amore di un giovane minatore.

Automi bambole e fantasmi si conclude con un testo di Théophile Gautier (1836) e fa parte della collana Hoffmanniana che L’Orma editore sta completando con l’intento di riservare anche ai lettori italiani l’opera omnia di Hoffman.

Per tirare un po’ le file del discorso, devo purtroppo ammettere di essere rimasta delusa.

Forse avevo aspettative troppo alte, ma nessuno dei racconti qui contenuti mi ha particolarmente colpita (tranne Schiaccianoci e il re dei topi, che comunque già conoscevo).

Ho fatto davvero tanta fatica a leggere gli altri racconti e a proseguire con le storie.

Insomma, ovviamente, si tratta di gusti personali e mi spiace non aver trovato affinità con questi racconti; “salvo” il tutto solo per lo Schiaccianoci.

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