Il figlio della notte

il figlio della notte

Titolo originale: Darker than you think
Autore: Jack Williamson
Genere: Horror/Paranormal
Anno di pubblicazione: 1948
Titolo in Italia: Il figlio della notte
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Ginevra Bianchini
Pagine: 338

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

recensione a cura di Jack Aubrey

Will Barbee è un giornalista squattrinato, ma grazie alla sua conoscenza con il famoso antropologo dottor Lamarck Mondrick, si aggiudica la stesura dell’articolo del fantastico e misterioso viaggio in Mongolia del suddetto dottore.

Già all’aeroporto però strani avvenimenti si succedono: una donna lupesca, capelli rossi e un piccolo gattino in borsa gli si avvicina facendo strani discorsi.

Poi, una volta tornato in America, il dottor Mondrick proclama la scoperta più sensazionale e più importante della sua carriera e della storia dell’umanità, che proprio grazie a questa scoperta, verrà salvata – secondo lui.

Da questo giorno una serie di funesti eventi sembra incombere sulle vite di chi è entrato in contatto con il dottor Mondrick e la sua rivoluzionaria scoperta.

Una battaglia che valica il tempo tra specie, sogno e realtà è appena iniziata; il nostro caro Will Barbee avrà un ruolo principale… volente o nolente.

Il figlio della notte è un magnifico volume dedicato al sovrannaturale/horror che gioca benissimo sul dubbio lasciando il lettore in bilico nell’orientarsi tra la pazzia o meno del personaggio principale fino alla fine.

Di contro i personaggi secondari sono realizzati un pochino male; infatti l’unico tratto che li definisce è la paura (sensazione comunque comprensibile) della morte quasi imminente (e spesso molto atroce).

La trama è molto carina, e in alcuni punti la paura e la tensione si tagliano con un coltello; per quanto riguarda il finale è estremamente prevedibile all’inizio, ma pian piano che ci si addentra nella storia la conclusione del volume si biforcherà tra pazzia e una realtà praticamente impossibile.

Le ambientazioni rendono giustizia alla storia; non sono eccezionali, ma a tratti amplificano o diminuiscono le sensazioni, che ci trasmette il nostro caro ma strano amico, Will Barbee.

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