Titolo: Con o senza di noi
Autrice: Valentina Sagnibene
Genere: Young Adult
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 405
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Il rientro dalle vacanze, il fermento per l’ultimo anno, la gita scolastica, la maturità…
La 5ªD ha naturalmente ricreato il suo ecosistema così come lo aveva lasciato a giugno, ma non tutti hanno un loro spazio all’interno di questo equilibrio.
Nuvola, per esempio, preferisce più osservare il mondo da una certa distanza che farne davvero parte.
Così, a tredici metri di altezza sul terrazzo della scuola, osserva quello che avviene in basso: il traffico che scorre, i ragazzi della squadra di atletica che si allenano.
Ed è proprio a tredici metri di altezza che un giorno si scontrerà con uno di loro, Tommaso… praticamente il suo opposto.
Lui è talentuoso, partecipa e interagisce con gli altri… ma forse, sotto quell’apparenza di ragazzo disinvolto e sicuro, c’è altro.
Perché, alla fine, sotto la maschera che ognuno di noi è costretto a indossare si possono nascondere anche segreti, inadeguatezza e solitudine.
Con o senza di noi è il nuovo romanzo, che trovi da oggi in libreria, di Valentina Sagnibene.
La storia, pensata per un pubblico giovane, ci porta sui banchi di scuola (e chissà se in questo periodo non ci sia davvero bisogno di assaporare un po’ di normalità).
Entrambi i protagonisti – ma non solo – cercano di affrontare i propri tormenti interni in solitaria terrorizzati dall’idea che l’aprirsi agli altri possa suscitare ilarità o scatenare incomprensioni.
E non è forse quello che temiamo tutti? Se non fosse che spesso ciò di cui abbiamo bisogno è solo qualcuno che ci tenda la mano e che ci ascolti davvero ma siamo troppo spaventati anche solo per fare un tentativo.
Ma crescere vuol dire confrontarsi, rischiare e sì crescere vuol dire anche soffrire.
Leggere questa storia a 15/16 anni potrebbe sicuramente aiutare a capire che non si è soli, che ci si può sentire “inadeguati” (è giusto, è naturale e non c’è assolutamente nulla di sbagliato), che ci si può aprire avendo ovviamente paura di veder tradita la propria fiducia.
Perché soffrire per aver perso ha un sapore ben diverso dal non soffrire per non averci neanche provato.
