Titolo originale: Hoyt. En reise i Himalaya
Autore: Erika Fatland
Genere: Memoir
Anno di pubblicazione: 2020
Titolo in Italia: La vita in alto
Anno di pubblicazione ITA: 2021
Traduzione di: Sara Culeddu/Alessandra Scali
Pagine: 686
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
recensione a cura di Jack Aubrey.
Erika Fatland ci porterà in un viaggio fantastico dalla Cina al Tibet tra modernità, religione, politica e conquiste sociali.
Nel suo viaggio di otto mesi, Erika ci farà scoprire e conoscere le storie dei paesi e dei popoli che visiterà: elogiando, ponendo domande estremamente scomode e gioendo dei piccoli ma importanti avvenimenti che le capiteranno.
Assieme a lei scopriremo un mondo ricco di meraviglie ma anche di perdite atroci, oppressioni culturali e libertà negate.
La vita in alto è un libro estremamente interessante; gli argomenti vengono trattati e visualizzati attraverso occhi e pensieri di persone diverse da noi per cultura, mentalità o religione.
Le descrizioni dell’autrice sono poi così curate e precise che è un po’ come vedere e sentire quei luoghi magici e fantastici (al pari di quelli oppressi e ostili) di persona.
Purtroppo, devo ammettere che la lunghezza del libro non facilita la lettura (oltre 600 pagine) e alcuni argomenti sono ripetuti da molti interlocutori dell’autrice anche se con argomentazioni e/o risultati opposti.
Tutto sommato però La vita in alto è una grande avventura, piena e stupefacente… ma che richiede anche un po’ di impegno di lettura per la mole.
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