The ones

Titolo originale: The chosen ones
Autrice: Veronica Roth
Genere: Fantascienza
Anno di pubblicazione: 2020
Titolo in Italia: The ones
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Roberta Verde

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Cinque ragazzi, una profezia e un Oscuro super-cattivo.

Per Sloane, Matt, Ines, Esther e Albie (i Prescelti) questo vuol dire abbandonare una vita normale per dedicarsi unicamente a un obiettivo: sconfiggere la nemesi che la profezia ha loro indicato e salvare – in pratica – gli Stati Uniti.

Insomma noi arriviamo dopo (dieci anni dopo per la precisione) quando i giochi sono già fatti, i Prescelti hanno vinto e non gli resta altro che adattare la loro vita al nuovo status di vincitori-salvatori.

C’è chi porta avanti battaglie sociali, chi catapulta la sua vita nei social media e chi preferirebbe solo avere un po’ di pace e anonimato.

Ma ci sono ancora segreti e sacrifici in vista per i nostri Prescelti e in occasione della celebrazione del decimo anniversario della vittoria sull’Oscuro, il gruppo di Prescelti sarà chiamato a confrontarsi con una dura realtà.

Conoscevo Veronica Roth per la saga di Divergent (che fu anche una delle prime recensione che apparvero qui sul blog ?), ma l’assetto troppo adolescenziale mi aveva impedito di apprezzare completamente questa serie.

In The Ones il target è più “adulto” (i protagonisti hanno infatti tra i 25 e i 30 anni), ma nonostante questo resta comunque molto adolescenziale sia per le dinamiche tra i personaggi sia per le evoluzione della storia.

Il taglio “post-vittoria” che veniva dato alla vicenda mi incuriosiva molto; insomma è nuovo, no?, vedere i personaggi in “quel che succede dopo gli allori dei vincitori”. Poi è logico che un evento che centrasse la storia ci dovesse essere… ma ecco… onestamente mi aspettavo altro.

Perché quello che accade superata la prima parte della storia è purtroppo muoversi nei soliti cliché: si cade nel prevedibile e nello scontato con colpi di scena poco vibranti ed evoluzioni troppo lineari.

Stesso discorso per i personaggi (ahimè un po’ stereotipati) e per i loro rapporti (talvolta un pochetto incoerenti e scarsamente spiegati per la serie “va’ così perché è così”).

Di positivo comunque c’è l’idea della magia e dei vari modi di impiegarla, ma per quanto carina come idea non è purtroppo sufficiente a risollevare la storia.

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