Stirpe e vergogna

stirpe e vergogna

Titolo: Stirpe e vergogna
Autrice: Michela Marzano
Genere: Memoir/fiction
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 400

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Quanto è difficile fare i conti con un passato taciuto, con una storia di famiglia diversa da quella che si credeva, con il crollo di molte certezze?

Ma soprattutto… quanto è difficile fare i conti con se stessi?

Stirpe e vergogna è il nuovo libro di Michela Marzano, da oggi disponibile nelle librerie e online.

Con enorme sincerità, Michela condivide con il lettore una scoperta dolorosa e destabilizzante: la militanza – della prima ora – del nonno nei fasci.

Non si tratta, però, “solo” di questa sconcertante rivelazione perché dietro a un passato nascosto – e però conservato – ci sono mille domande che si ramificano, che si arrotolano l’una sull’altra e che travolgono poi come una valanga anche il presente.

Scrivendo Michela, con cristallina onestà – una franchezza, devo dire, alla quale non siamo forse più tanto abituati -, dispiega in una vera e propria indagine (difficoltosa anche a causa della pandemia) non solo la storia della sua stirpe e della sua vergogna ma di un pezzo d’Italia (un pezzo sul quale ancora oggi preferiamo non soffermarci troppo: meglio dimenticare, meglio un “colpo di spugna” e via).

Grazie all’ufficio stampa ho avuto modo di rivolgere un paio di domande a Michela in occasione dell’uscita del suo libro e, a parte la disponibilità e la sincerità con la quale la ringrazio ancora per aver risposto alle mie domande, alcune cose mi hanno colpita.

In primo luogo, la capacità di Michela di riuscire a scrivere della parti fiction nelle quali far agire, parlare e muovere un nonno la cui figura, approfondendola, produceva sempre più incredulità e imbarazzo restando pur sempre una figura “familiare”.

Il processo di immedesimazione di una scrittrice nel proprio personaggio è stato qui ancora più doloroso, ma forse per certi versi anche catartico perché svelare così il passato altrui vuol dire anche essere disposti ad affrontare se stessi e i propri demoni.

L’altra mia domanda era più che altro una specie di what if: se ci fosse la possibilità di rivolgerti ora a tuo nonno alla luce di quanto scoperto su di lui ma anche su te stessa, cosa gli chiederesti?

La risposta di Michela è stata: perché (perché nascondere tutto e però conservarlo)?

E, riflettendoci, è una domanda che dovremo porre tutti senza temere le conseguenze: conoscere e soprattutto essere consapevoli di noi stessi “nonostante tutto” è uno dei più grandi doni che possiamo farci.

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