Sotto la falce

sotto la falce

Titolo: Men we reaped
Autrice: Jesmyn Ward
Genere: Memoir
Anno di pubblicazione: 2013
Titolo in Italia: Sotto la falce
Anno di pubblicazione ITA: 2021
Traduzione di: Gaja Cenciarelli
Pagine: 270

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Quanto incide su chi sei e chi diventerai il peso del giudizio degli altri, di quello della società e di un sistema che non ti vede, non ti sente, non ti ascolta?

Quanto di questo giudizio poi ti resta attaccato addosso come una macchia, un cattivo presagio del quale senti non ti libererai mai?

Con Sotto la falce, Jesmyn Ward racconta la sua vita, la sua crescita, la sua comunità immersa in un mondo dove il cammino, se non sei maschio bianco abbiente, è praticamente già tracciato e pochissime sono le alternative concesse.

Ma Sotto la falce non è solo una breve autobiografia.

È anche un memoir, uno sfogo, un grido di dolore perché ai ricordi di una Jesmyn Ward che cresce nel Sud degli Stati Uniti si aggiunge anche quello di cinque persone scomparse (tra cui il fratello dell’autrice) in modo improvviso, violento per la stupidità e la noncuranza (o per chissà quale altra folle motivazione) altrui ma anche per mano propria.

Leggere questo libro non è facile; non sempre è comprensibile come l’ignoranza, l’ingiustizia, la cattiveria, la noncuranza umana possano incidere e scavare così profondamente, per secoli, nell’animo, nella vita, nell’amor proprio di generazioni e generazioni di persone.

Che ancora non si sia imparato che l’umanità è una sola, che siamo tutti uguali è una questione che ogni volta mi lascia basita, senza parole, incapace davvero di comprendere.

Ma per qualcuno inspiegabilmente è così e per qualcun altro di conseguenza nascere con il colore di pelle “sbagliato” è una condanna a morte (non c’è bisogno che richiami alcuni recenti casi di cronaca nera accaduti proprio negli Stati Uniti).

Insomma questo memoir è insieme dolore e ricordo, sfogo e condanna e, per quanto fluida e scorrevole sia la lettura (la traduttrice, Gaja Cenciarelli, ha fatto davvero un lavoro eccezionale), confesso che al termine di qualche capitolo mi sono dovuta fermare un attimo prima di proseguire.

Perché saranno situazioni che non riesco a comprendere, ma è (ed è stata) la quotidianità di tante persone e questo fa male.

Al termine l’articolo apparso se la Lettura del Corriere della Sera del 25 ottobre 2020, Il mio cuore in briciole.

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