Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop e Ritorno a Whistle Stop

whistle stop

Titolo: Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe/The Wonder Boy of Whistle Stop
Autrice: Fannie Flag
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 1987/2020
Titolo in Italia: Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop/Ritorno a Whistle Stop
Anno di pubblicazione ITA: 1992/2021
Traduzione di: Olivia Crosio/Laura Pgnatti
Pagine: 361/297

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è ormai un classico della letteratura mondiale.

I pomodori verdi fritti sono richiamati ancora oggi in un sacco di articoli e libri di cucina e l’omonimo film, uscito nel 1991, ha immortalato per sempre una strepitosa Kathy Bates nei panni della vendicatrice Towanda (questa scena in particolare, per me, resterà epica).

Insomma tra una cosa e un’altra, però, il libro non lo avevo ancora mai letto quindi ho deciso di approfittare dell’uscita dell’attesissimo seguito (Ritorno a Whistle Stop) per affrontare finalmente la lettura.

Nella prima parte dell’articolo parleremo di Pomodori verdi fritti; dopo del seguito (ma ti avviserò prima nel caso ci fossero spoiler).

Qui sotto, invece, ti lascio la mia video-recensione:

Quindi: Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop.

Quello tra Evelyn Couch e Ninny Threadgoode è un incontro dettato dal destino, uno di quei momenti “turning-pointche svoltano la vita per sempre.

Durante le visite che il marito fa alla madre in ospizio, Evelyn imparerà a conoscere questa simpatica anziana chiacchierona.

Grazie ai suoi racconti, Evelyn conoscerà un mondo nuovo (ma passato) che gira attorno al caffè di Whistle Stop, le sue fenomenali proprietarie Ruth e Idgie e le storie di cui è protagonista un’intera comunità.

Pomodori verdi fritti è una storia davvero meravigliosa e delicata che riesce a toccare con premura tutta una serie di temi senza essere pedante o perbenista (c’è un detto-non -detto nella scrittura della Flagg che, anche se potrà sembrare assurdo, contribuisce a creare un clima dolce e coinvolgente).

E così Whistle Stop diventa anche per noi una specie di seconda casa in cui riconoscere facce amiche in ogni personaggio.

Piccola parentesi quindi, visto che sono entrata in argomento, sui personaggi.

Ognuno di loro ha la propria dimensione; anche se magari descritti o accennati in poche righe (il detto-non detto di cui parlavo sopra per la storia vale anche nella descrizione dei personaggi) tutti hanno un loro spessore, un loro essere e si conquistano un posto nel cuore del lettore (nel bene e nel male ovviamente perché non tutti sono caratteri positivi; e anche quelli positivi hanno – umanamente – i loro difettucci).

Quindi l’importanza del ricordo, della famiglia e degli affetti; l’essere consapevoli delle proprie capacità ma non farsi condizionare da alcun limite; il rispetto verso tutti e, in primo luogo, verso noi stessi… questi – e molti altri – sono i temi che Fannie Flagg riesce ad affrontare con dolcezza e un po’ di nostalgia (perché, alla fine, tutto cambia e si evolve; un ciclo finisce e ne inizia uno nuovo… ma è anche giusto che sia così).

Insomma mi sto dilungando; in breve Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è decisamente un libro da leggere e da conservare nella propria libreria.

La preoccupazione quando si è di fronte a storie che restano così impresse è che il seguito possa solo far danno (o comunque non essere l’altezza delle alte aspettative).

Quindi è con un misto di curiosità entusiastica e velato terrore che mi sono avvicinata a Ritorno a Whistle Stop e… sarò onesta: non è Pomodori verdi fritti.

Pur essendo comunque una lettura piacevole che ho fatto in un pomeriggio, la prima parte della trama è solo una passeggiata lungo il viale dei ricordi con aneddoti che conoscevamo già perché riportati in Pomodori verdi fritti e con l’aggiunta di qualche episodio che comunque richiama eventi già letti.

Anche il rapporto tra personaggi ricalca alcuni schemi di Pomodori verdi fritti ([attenzione agli spoiler!] per esempio il rapporto Evelyn/Ninny o le chiacchiere agli sconosciuti di Buddie che, ugualmente, richiamano i piacevoli monologhi di Ninny; il bollettino di Dot; l’ospizio etc).

Dalla seconda metà, si sente un po’ di più il sapore nostalgico di “ritorno a casa” ma non è all’altezza delle sensazioni che, invece, regala Pomodori verdi fritti.

[Attenzione agli spoiler!] In brevissimo qui seguiremo Ruthie – la figlia di Bud e Peggie -, il suo matrimonio e i tesi rapporti con la famiglia del marito e Bud che ritroveremo, ovviamente, invecchiato ma con la stessa presenza d’animo di quando era bambino.

Premesso questo comunque la lettura è piacevole, scorrevole; anche se devo ammettere che la storia si risolve molto facilmente giusto all’occorrenza.

Per chi ha adorato Pomodori verdi fritti direi che è d’obbligo direi leggere anche questa storia giusto per inserire gli ultimi punti a una storia, in realtà, già perfetta di suo (qualche passaggio, per me, è stato ridondante proprio per questo motivo: anche se magari si trattava di eventi non esplicitati nero su bianco in Pomodori verdi fritti si tratta comunque di situazioni che un lettore ha già capito da solo).

La seconda parte risolleva decisamente, per quello che mi riguarda, la prima.

Concludendo: Ritorno a Whistle Stop mi è piaciuto; sempre di Fannie Flagg si tratta, il suo stile è inconfondibile, ma Pomodori verdi fritti è su di un altro livello.

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