Gli anni del coltello

gli anni del coltello

Titolo: Gli anni del coltello
Autore: Valerio Evangelisti
Genere: Romanzo storico
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 252

Preceduto da:
– 1849. I guerrieri della libertà

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Lontano da epiche ricostruzioni gloriose o da condensati riassunti scolastici, Valerio Evangelisti con i suoi Gli anni del coltello ci consegna un Risorgimento italiano inedito.

Tutto era iniziato con 1849: I guerrieri della libertà e, temporalmente, questo nuovo romanzo lo segue.

I due romanzi, però, possono essere letti anche slegati; se è vero che gli eventi di uno sono le conseguenze del precedente, è anche vero che Gli anni del coltello coinvolge personaggi diversi e momenti diversi (anche se, ripeto, consequenziali).

Venendo quindi a noi.

Nonostante il fallimentare esperimento della Repubblica Romana, i fautori della democrazia non si sono ancora arresi e, sebbene allo sbando, continuano a lottare interpretando le comunicazioni di Giuseppe Mazzini.

Gli ideali non sono quindi del tutto spenti e chi punta ancora molto su di essi è Giovanni Marioni, detto Gabariol, che deciderà di seguire alla lettera l’invito di Mazzini alla “guerra a coltello“.

Inizieranno così le sue peregrinazioni attraverso l’Italia tra associazioni segrete, azioni armate, scontri violenti, insurrezioni, aggressioni etc.

Al suo fianco personaggi più o meno noti del Risorgimento italiano.

Dall’opera di glorificazione che viene quasi sempre fatta in determinate circostanze e per determinati eventi, ci si aspetterebbe comportamenti diversi da quei gruppi che ci è insegnato adesso di guardare con un certo rispetto.

Ma, come altrettanto spesso accade, la verità sta nel mezzo ed è scontato che la lotta armata colpisce tutti, richiede azioni anche meschine e non guarda in faccia nessuno.

Tutto questo per dire che ho apprezzato davvero molto la ricostruzione di Valerio Evangelisti e lo studio storico che evidentemente lo ha coinvolto (e che gli ha permesso di inserire eventi e persone reali).

Purtroppo però devo ammettere che la storia in sé e i personaggi non mi hanno entusiasmata moltissimo.

La narrazione procede un po’ come una cronaca, un susseguirsi continuo di eventi che lascia poco spazio al coinvolgimento emotivo.

I personaggi avrebbero meritato una maggior cura descrittiva; fanno presenza ma non riescono affatto ad assumere una dimensione propria.

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