Chiamami col tuo nome recensione

Titolo: Call me by your name
Autore: André Aciman
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2007
Titolo in Italia: Chiamami col tuo nome
Anno di pubblicazione ITA: 2008
Trad. di: Valeria Bastia

Una normale estate in un anonimo paesino della Riviera. Elio e i suoi genitori stanno per accogliere il nuovo «ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura» che resterà con loro praticamente tutta l’estate.

Perché agli eclettici padre e madre di Elio piace fare un po’ da mecenati – interessati a musica, letteratura, arte ect. -, coinvolgendo un fortunato giovane intellettuale ogni anno.

Ed è così che quell’anno tocca a Oliver, un giovane newyorkese alle prese con la stesura/pubblicazione della sua tesi di post-dottorato.

L’arrivo di Oliver equivale alla detonazione di una bomba: il ventiquattrenne è bello, aitante, intelligente, spiritoso… insomma brillante sotto ogni punto di vista e tutti – amici, parenti, domestici – non possono che subirne il fascino.

Solo Elio pare stizzito dal suo arrivo.

La verità, però, è che la corazza di Elio si sta lentamente sgretolando davanti a un’attrazione che nemmeno lui sa bene come gestire e che sta dispersamente cercando di nascondere fin dall’istante in cui s’è ritrovato davanti Oliver.

Come spesso mi accade, quando scopro che un film/serie tv è tratto da un romanzo devo assolutamente leggerlo.

Scena tratta dal film “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino

Quindi, veniamo al libro di Aciman.

Nella vita di ogni persona ci sono degli incontri: futili o seri, duraturi o fuggevoli, rivelatori o mistificatori.

E, alle volte, da questi incontri può venire anche qualcosa in più, qualcosa che potrebbe anche far sorridere, qualcosa che per alcuni è solo una chimera inventata da qualche poetucolo spiritoso: amore.

E lo si può riconoscere e cogliere questo amore per farlo durare una vita, ma lo si può anche malinterpretare e, se non si è sufficientemente attenti, ci può scivolare di mano come una goccia di pioggia.

Così, nella calura estiva tra una partita a tennis e un tuffo in mare, Elio si ritrova travolto da emozioni e sensazioni che nemmeno lui sa bene come gestire.

Il romanzo, quindi, segue il suo punto di vista passando dalla curiosità al risentimento, dall’astio all’affetto, dal disinteresse alla dipendenza.

Perché c’è (o non c’è?) un certo gioco di sguardi tra i due, ci sono (o non ci sono?) degli incontri solo apparentemente casuali… insomma, cosa pensa l’insondabile Oliver?

Non lo sapremo quasi mai completamente, perché l’attenzione è incentrata su Elio e gli altri personaggi fanno una certa fatica a ritagliarsi un loro spazio (per esempio, Viola è un personaggio di cui avrei davvero apprezzato un approfondimento; Oliver stesso avrebbe meritato qualche spiegazione in più).

La parte centrale, incentrata su una sorta di ossessione maniacale che Elio sviluppa nei confronti di Oliver nonostante lui non si dimostri troppo entusiasta, mi è risultata molto lenta.

Anzi forse viene un po’ banalizzata dallo stesso autore che trasforma il povero Elio in un semplice adolescente ingrifato e incapace di accettare un “no” come risposta.
E ci sono qui alcuni passaggi che potevano essere sorvolati a favore di una maggior comprensione dell’amore tra Elio e Oliver; per dirne solo una-> 🍑.

Ma, alla fine, l’autore ci porta dritti dritti verso un finale carico di emozioni, impossibile da leggere senza un piccolo nodo in gola.

Perché, alla fine, non si smette mai di amare qualcuno… semplicemente ci si abitua alla sua assenza.


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