Yssa il buono recensione

recensione la spiaTitolo originale: A most wanted man
Anno di pubblicazione: 2008
Autore: John le Carré
Genere: Spionaggio
Titolo in Italia: Yssa il buono/La spia
Anno di pubblicazione ITA: 2008

Il ventenne Melik, gigante gentile e campione di pugilato (a livello amatoriale e chiamato dai fan Big Melik), e sua madre Layla stanno per fare ritorno al paese d’origine, Ankara, per festeggiare le nozze della sorella di Melik.

Come c’è da immaginarsi, sono lieti ed emozionati per questo importante evento e fervono, quindi, i preparativi. Eppure, c’è qualcosa che disturba lo sguardo di questo gioviale colosso. Dapprima non ci fa nemmeno caso, ma, col passare del tempo, le coincidenze si fanno sempre più sospette.
Sulla sua strada, infatti, incrocia quasi inevitabilmente un giovane, infagottato in un vecchio cappotto troppo grande per lui, dall’aria affamata e stanca, che sembra seguirlo di proposito. La situazione si fa surreale quando un giorno questo stesso giovane silenzioso bussa alla loro porta, chiedendo ospitalità.

Nella stessa città (Amburgo), ma quartiere completamente diverso, Tommy Brue è un banchiere stanco, con una seconda moglie-trofeo mooooolto giuliva e la banca, fondata dal nonno, sull’orlo del fallimento. Le macchinazioni del padre (i c.d. fondi lipizzani, dal nome dei cavalli che, alla nascita sono neri e, col crescere diventano bianchi; similitudine dei fondi neri che il padre ripuliva per delinquenti esteri) sono un pesante macigno da portare sulla schiena e Brue si chiede quando la situazione potrà considerarsi definitivamente chiusa.
Fino a quando, una sera, sul tardi, una giovane avvocatessa lo chiama, a titolo del proprio innominabile cliente, chiedendogli di poter parlare proprio a proposito del “signor Lipizzano”.

Era da molto tempo che volevo leggere un libro di John Le Carré e, con l’uscita anche del film (La spia. A most wanted man di Anton Corbijn), ho pensato che fosse una buona idea cogliere l’occasione.
Infatti, Mondadori ha stampato una nuova versione del libro con titolo (adesso uguale a quello del film; prima Yssa il buono) e copertina diversi (al prezzo di copertina di 10€ per chi fosse interessato).

Venendo a noi: per quanto la trama sia intrigante e ben intrecciata, non è un libro la cui lettura mi abbia particolarmente coinvolta. Insomma, lo sistemerei nella categoria dei libri che leggi con interesse (le Carré, pseudonimo di David John Moore Cornwell, ha lavorato per cinque anni al British Forcing Service), ma che, purtroppo, non riescono ad appassionarti.

Infine, una nota sulla traduzione: in Italia spesso non è facile trovare delle traduzioni ben fatte. Così vorrei fare un enorme plauso a Annamaria Biavasco e Valentina Guani per l’ottimo lavoro che, secondo me, hanno fatto con Yssa il buono.

Voto: 3/5 


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