Va tutto bene, signor Field

Titolo originale: Ok, Mr Field
Autrice: Katharine Kilalea
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2018
Titolo in Italia: Va tutto bene, signor Field
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Silvia Castoldi

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Il signor Field è un pianista, arrivato forse agli ultimi sgoccioli della sua carriera.

Riceve, per l’appunto, la botta definitiva quando un incidente in treno gli danneggia per sempre un polso.

Con i soldi del risarcimento, Field compra una casa a Città del Capo costruita dall’architetto Jan Kallenbach, in cui si trasferirà con la moglie Mim.

Le cose ben presto degenereranno anche perché Field è un uomo alla deriva, sperduto e certo non lo aiuta il fatto che la moglie, a un certo punto (senza grandi spiegazioni a lui o al lettore per la verità), decida di andarsene.

Il signor Field (che non ha un nome) inizierà così un monologo fittizio con Hannah Kallenbach, la vedova dell’architetto dalla quella si è recato una volta per la consegna delle chiavi della casa.

Questo soliloquio, però, si trasforma ben presto e facilmente in un’ossessione. Field inizierà a seguirla e a spiare la sua vita privata.

Va tutto bene, signor Field è il romanzo d’esordio della scrittrice sudafricana Katharine Kilalea.

Nel mio proposito di conoscere meglio le penne di questo continente, ero molto curiosa di leggere questo libro e forse un po’ troppo carica di aspettative (anche perché l’autrice ha vinto alcuni premi e questo libro pare abbia attirato positivamente l’attenzione dei critici).

La realtà, purtroppo, è che Va tutto bene, signor Field è una storia che non ho compreso (in particolare alcuni riferimenti morbosi scatenati da un disgraziato cane che… ☹️).

L’ossessione che si genera così improvvisamente – e inspiegabilmente – nel signor Field, personaggio apatico alla mercé degli eventi, e le conclusione a cui (non) si arriva non mi pare abbiano molto senso.

L’intera storia, in tutta onestà, mi pare poi inconcludente.

È un libro molto strano quindi… non saprei onestamente che altro dire.

In ogni caso, è anche molto breve e si legge bene (lo stile ricorda una certa poeticità), quello sì.

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