The Irishman

Titolo originale: I heard you paint houses: Frank “The Irishman” Sheeran and the inside story of the Mafia, the Teamsters, and the last ride of Jimmy Hoffa
Autore: Charles Brandt
Genere: Saggio
Anno di pubblicazione: 2004, 2005, 2016
Titolo in Italia: The Irishman
Anno di pubblicazione ITA: 2019
Trad. di: Giuliano Bottali e Simonetta Levantini

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

So che imbianchi case…

No, Frank Sheeran non è propriamente un imbianchino (anche se è bravo a fare sia quello che i lavori di falegnameria ??).

Frank Sheeran fa dei favori, lavoretti vari… per la Mafia, quella che, fino al 1957, nessuno voleva ammettere (J. Edgar Hoover compreso) esistere anche negli Stati Uniti.

Charles Brandt (procuratore sì, ma anche difensore di Sheeran in un paio di occasioni; negli U.S.A. non c’è la divisione delle carriere come da noi), nel corso di svariati anni, mezze verità, tentennamenti e ripensamenti vari è riuscito a raccogliere la testimonianza/confessione di un uomo che, zitto zitto, è rimasto coinvolto in alcuni momenti importanti della storia statunitense.

Uno: l’assassinio del presidente Kennedy (per una piccola parte almeno… senza che – lui dice – ne fosse realmente informato) e – due – la scomparsa di Jimmy Hoffa, diciamo sindacalista (ma poi, ovviamente, dietro c’è molto altro) la cui popolarità all’epoca era paragonabile a quella di una celebrità.

Insomma, visti i vari rimaneggiamenti degli anni (a parte le reticenze di Sheeran, alcuni fatti non potevano essere resi noti prima che le persone coinvolte o i loro discendenti dessero l’approvazione o morissero), The Irishman si compone di alcuni parti (tra cui una postfazione e un epilogo per via delle diverse edizioni).

Una prima parte in cui alla rievocazione (virgolettata) sul viale dei ricordi di Sheeran si alternano paragrafi introduttivi o descrittivi di Brandt che integrano o contestualizzano il discorso di Sheeran.

La parte finale, invece, è una spiegazione – un po’ ridondante sinceramente; l’ho trovata un po’ più pesante rispetto al resto – di come sono state ottenute alcune confessioni e delle difficoltà di interagire, confrontarsi e “costringere” a parlare un mafioso “uomo d’onore”.

E poi c’è il film. Che a me è piaciuto (come mi è piaciuto il libro; cioè non è un libro che rileggeresti ovviamente, ma è un interessante spaccato della società americana e di alcuni magheggi che si nascondono dietro i giochi di poteri; mi deprimo tanto con l’Italia… ma, come si dice?, tutto il mondo è paese).

Ovvio che mancano alcuni dettagli (nonostante le tre ore e mezzo di durata), ma ho trovato molto interessante integrare libro e film.

Ci sono poi alcuni insegnamenti che ho tratto da tutto questo:

  1. Se sei in dubbio, non avere dubbi;
  2. Meglio avere un ferro nuovo per ogni occasione;
  3. Appellarsi al 5º emendamento S E M P R E (anche ti chiedessero il colore di una Bic).
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