A cavalcioni di una scopa, ballando in mezzo al bosco col demonio, lanciando malocchi e rimestando strambi ingredienti alla tenue luce della luna: la vita di una strega è decisamente impegnata.
Ma chi erano queste donne (e uomini)? Quali erano gli elementi che caratterizzavano queste figure nei vari paesi/continenti? E la caccia selvaggia? I voli notturni e i calderoni ribollenti?
Nel suo Streghe, Ronald Hutton ci conduce in un viaggio lungo secoli e, incredibile a pensarci, realmente attivo ancora oggi.
Per esempio, nel 2010
«nel Sud della Nigeria si è svolta una grande caccia alle streghe concentrata sui bambini e aizzata dai ministri di varie chiese cristiane autoctone, che hanno esorcizzato i sospetti. Molte piccole vittime sono state arrestate e torturate per ottenere una confessione e, dopo l’esorcismo, sono state abbandonate dalle famiglie: il tutto a dispetto di una nuova legge nazionale che vieta di accusare i bambini di stregoneria. Nel 2012 il terrore nei confronti dei bambini si è propagato anche in Congo, dove nella capitale, Kinshasa, si stima vivano circa 20.000 bambini cacciati di casa.»
Streghe, Ronald Hutton, il Saggiatore, Milano, 2021; trad. di Marco Cupellaro
Attraversando vari continenti, Hutton ci parlerà di “stregoneria” dal punto di vista storico, etnografico e folkloristico citando e confrontano punti di vista e culture, evoluzioni sociali e di pensiero riferendosi poi anche a importanti storici tra i quali Carlo Ginzburg e Hugh Trevor-Roper.
Si sente fortemente la competenza (e la passione) di Hutton in materia anche se, qualche volta, è un po’ ridondante su alcuni punti/argomenti.
Il testo è tendenzialmente accademico, ma comunque apprezzabile e fruibile anche ai “non esperti” sempre se si è interessati all’argomento.
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