Sale di mare e lacrime

sale di mare e lacrime

Titolo originale: Of woman and salt
Autrice: Gabriela Garcia
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2019
Titolo in Italia: Sale di mare e lacrime
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Valeria Bastia 
Pagine: 304

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Dietro ogni persona c’è una storia.

Una storia che non è solo di quell’individuo specifico, ma affonda le sue radici più affondo, indietro nel passato di ognuno perché la verità è che siamo la risultanza di chi è venuto prima di noi.

E quindi Jeanette si ritrova a vivere negli Stati Uniti perché sua madre, Carmen, ha fatto una scelta determinata a sua volta da ciò che ha vissuto.

E prima di Carmen ci sono state anche Dolores e María Isabel.

Intrecciando le storie di queste donne, Gabriela Garcia esordisce con una storia di resilienza e forza.

Sale di mare e lacrime mi ha intrigato per una serie di elementi: la Cuba di fine ottocento, il lettore di storie che legge agli operai durante i turni in fabbrica e l’idea che tra queste letture spiccassero alcuni testi di Victor Hugo.

Tuttavia queste sono solo le prime pagine del libro e questa storia resta poi sospesa e non più ripresa.

Così come le altre…

Dividendosi in brevi capitoli che corrispondono a tempi e personaggi diversi, la narrazione si fa confusa, non scende mai del tutto a fondo nella storia che stiamo seguendo pur affrontando tematiche attuali (per esempio la durissima politica anti-immigrazione americana e l’assurdo accanimento dell’ICE – U.S. Immigration and Customs Enforcement’s – verso gli immigrati).

La narrazione non ha forza, i personaggi sono piatti, le loro vicende non mi hanno trascinato e sebbene il focus sia sul presente e su Jeanette e Ana nemmeno questo è riuscito a coinvolgermi.

La mia sensazione è che tutto sia buttato un po’ lì senza un vero sentimento; un po’ come se il messaggio fosse “devi apprezzare la mia storia perché parla di donne, di resilienza, di uomo violenti e bruti, di governi insensibili e prevaricatori”.

Tutte cose sulle quali non posso che essere d’accordo, ma quando si scrive un romanzo determinate tematiche vanno secondo me sentite, interiorizzate; la storia deve diventare la mia storia; i personaggi devono trasmettermi le loro sofferenze; gli episodi narrati devono portarmi a qualcosa e non restare sospesi nella maggioranza dei casi; chi scrive deve spingermi a leggere.

E sebbene il tutto siamo molto scorrevole, qui purtroppo io non ho avvertito nessun coinvolgimento.

Peccato…

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