Il profumo recensione

il profumoTitolo originale: Das Parfum – Die Geschichte eines Mörders
Anno di pubblicazione: 1985
Autore: Patrick Süskind
Genere: Romanzo
Titolo in Italia: Il profumo
Anno di pubblicazione ITA: 1985

Quando ho scorto questo libro sullo scaffale della libreria, ne sono rimasta affasciata: il titolo mi sembrò intrigante e la dicitura “best seller mondiale“, dal mio punto di vista, gli forniva quasi un marchio certo di garanzia.

Il problema è che dovrei cercare meno di lasciarmi tentare dalle etichette e dalle copertine. Troppo spesso sugli scaffali delle librerie e delle biblioteche si trovano libri ammiccanti, il cui unico punto di forza è la giusta pubblicità.

Come se questo già non fosse sufficiente a farmi capire quanto sarei dovuta essere sospettosa nei confronti di questo libro, un’amica, che me lo vide tra le mani e aveva già avuto il grande onore di leggerlo, me lo sconsigliò: non era il mio genere, non lo avrei apprezzato, si trattava di un libro particolare.

Eppure io, stoica (o masochista, dipenda dai punti di vista), quasi a volerla smentire, lo lessi.

Il profumo” racconta di un uomo, tal Jean-Baptiste Grenouille, cui, poverino, sicuramente la fortuna non ha arriso particolarmente: la madre lo abbandona appena nato, viene affidato ad un orfanotrofio che lo cede, ancora bambino, ad una conceria.
E, cosa ancora più sorprendente, non ha un odore suo; in compenso, è dotato di uno sviluppatissimo senso dell’olfatto (da come viene descritto è una cosa molto simile a un super-potere da eroe Marvel, magari un po’ strambo come super potere… ma tant’è… diciamo, che la finzione letteraria concede questo ed altro).

Insomma, tale è la passione per i profumi da diventare una vera e propria ossessione. Jean-Baptiste gira per la Francia, imparando dai maestri profumieri le varie tecniche per l’estrazione dei profumi, fino a quando il suo cammino d’apprendimento non viene interrotto in un luogo molto particolare: un luogo senza odori. E qui Jean-Baptiste decide di mettere dimora, abitando nelle caverne del posto, un po’ come il Gollum del “Signore degli anelli”. Fin qui tutto bene, ma…

ATTENZIONE SPOILER!!!

Tra alterne vicende, tra cui anche la sintetizzazione dell’odore umano che Jean-Baptiste riesce a completare e che non lo rende odioso al resto del genere umano (cui proprio non va giù che lui sia senso odore), decide di sintetizzare un profumo particolare estratto dall’odore delle vergini (sì, hai capito bene) e che gli garantisca finalmente di essere amato da tutti.

Iniziano gli omicidi; con la tecnica di estrazione dei profumi, da lui perfezionata, avvolge ‘ste disgraziate nel grasso, estraendone i profumi.

La gente del posto, ovviamente, è preda di delirio e del panico e cominciano le cacce all’uomo (si tratta di una città piccola, dove le uccisioni sono iniziate poco dopo l’arrivo di Jean-Baptiste… mica c’è bisogno di Jessica Fletcher per fare due più due?). Guarda caso, Jean-Baptiste conclude la creazione del suo magico profumo poco prima di essere arrestato.

Ormai, la conclusione è chiara: Jean-Baptiste sarà impiccato. Così, si sistema la forca, la folla che chiede vendetta arriva, Jean-Baptiste sale sul patibolo e… estrae la fialetta miracolosa e tutte quelle persone (tra cui anche i parenti delle innumerevoli vittime, uno di loro gli chiede addirittura di diventare suo figlio…) si abbandonano ad un’orgia di massa… ehm… Okaaaaaay

Non è finita qui. Ovviamente, la piccola cittadina non va più bene e Jean-Baptiste decide di recarsi a Parigi. Appena arrivato nella parte più deleritta della città, invasa da clochard, ambulanti, malviventi e po’eracci, Jean-Baptiste è vittima di una crisi mistica (almeno credo… questa è come me la sono spiegata io… la faccenda non è ben chiara) e si versa addoso tutto il profumo. Cosa accade allora? Tutti i presenti gli saltano addosso, preda del delirio odoroso, e lo divorano… già…

Come dicevo all’inizio del post, alla finzione letteraria si concedono tante cose, ma qui siamo ai limiti del ridicolo.

L’idea degli odori, dei profumi era sicuramente intrigante, ma assassinii, orge, adozioni dettate da un improvviso impeto profumifero… Tutto per finire dove?

Il protagonista, la causa di tutti i mali, che

*spoiler*

si suicida… anzi nemmeno, si fa ammazzare da altri inconsapevoli po’eracci, quando bastava far fare tutto alla folla già pronta e incavolata al punto giusto che lo aspettava sotto la forca nel paesino dove il nostro Gollum non ha fatto altro che mietere vititme…

Comunque, il libro ha avuto così successo da diventare anche un film e chi sono io per dire che si sono sbagliati tutti? Forse aveva ragione quella mia amica: è un libro particolare e io, evidentemente, non ho la sensibilità adatta a capirlo.


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