Titolo: Gli elementi dell’essere
Autore: Alessio Fabbri
Genere: Racconti
Anno di pubblicazione: 2015
– Ho ricevuto una copia di questo libro dall’autore in cambio di un’onesta recensione –
Trattandosi di una raccolta, non mi è possibile fornire un quadro generale che riassuma la trama del libro, quindi passo direttamente alla mia analisi.
La raccolta si compone di cinque racconti (Le distanze di ieri, L’eremo di San Galdino, Insegnami a scrivere, Notte silente, Se muore una parola) alcuni legati alle aspirazioni dell’uomo, altri alla solitudine o alla tristezza, altri all’amore per la lettura e la cultura.
Comincio col dire che qualche passaggio, in qualcuno dei racconti, non mi è risultato molto chiaro: voci che aggrediscono, ma non si sa bene a chi appartengano (come nel primo racconto “Le distanze di ieri”).
Linguaggio, in alcuni punti, un po’ troppo affettato e maldestramente ricercato (almeno dal mio punto di vista) che crea qualche difficoltà nel comprendere quello che accade nella narrazione. L’accostamento a volte inconsulto di termini rende, in qualche passaggio, il messaggio che si vuole trasmettere abbastanza criptico: «Questi sono gli anni della tensione oscura dell’uomo supremo che calpesta ogni diritto.»; «Antico è il sapore dei libri che furono, ricamati dalla fantasia di un tempo disertore, avvolti da pellami di dubbia fattezza e ricchi di polvere».
I personaggi sono abbozzati – giustamente, trattandosi di storie brevi, non è possibile tratteggiarne un quadro completo e definito – quel tanto che basta per strappare un amaro sorriso di comprensione (come, ad esempio, Iris, protagonista di “Insegnami a scrivere”) o per indispettirci (come Gisella, la maestra di “Se muore una parola”); insomma, per consegnarci una piccola emozione.
Di alcuni racconti, credo ci sia un grandissimo potenziale nascosto per creare una grande storia (come, ad esempio, “L’eremo di San Galdino”) e, chissà, ricavarne un ottimo romanzo; di altri, purtroppo non sono riuscita ad apprezzarne appieno il messaggio (come per “Le distanze di ieri” o “Notte silente”).
Complessivamente, comunque, una lettura piacevole racchiusa in poco più di venti pagine.
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Grazie mille per la recensione 🙂
Ne approfitto per scrivere qui una sorta di replica.
Ho voluto rifarmi al Modernismo, a Joyce, alla Woolf, che sono per me una grande ispirazione e che ho voluto vivere nella loro influenza sul mio modo di scrivere. Mi rendo quindi conto che alcuni passaggi non siano palesemente chiari e che la narrazione non sia (per fortuna, aggiungerei) immediata, ma desidero in questi casi una partecipazione attiva del lettore, che cerchi di leggere oltre le parole (che non sono giustapposte in maniera inconsulta, ma ragionata).