Rebecca la prima moglie

rebecca la prima moglieTitolo originale: Rebecca
Autrice: Daphne du Maurier
Genere: Thriller psicologico
Anno di pubblicazione: 1938
Titolo in Italia: Rebecca la prima moglie
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Traduzione di: Marina Morpurgo
Pagine: 425

 – Ho ricevuto una copia di questo libro –

Una giovane donna, appena ventenne a Monte Carlo come dama di compagnia di una petulante signora, fa un incontro che sembra davvero l’inizio di una favola.

Conosce, infatti, il ricco e affascinante vedovo Maxim de Winter, più anziano di lei ma intrigato dalla giovane freschezza della ragazza.

Presto detto i due convolano a rapide nozze e la felice coppia si stabilisce nella meravigliosa tenuta di lui, Manderley un luogo incantevole punto di riferimento di tutta la comunità locale – e non solo in realtà.

Ma tutto l’entusiasmo e la freschezza della novella sposa sono destinati presto a infrangersi contro il muro delle aspettative, delle rigide convenzioni sociali (i due appartengono a classi sociali diverse), dei pettegolezzi della servitù e dell’inevitabile raffronto con chi era lì prima: Rebecca, la prima moglie.

Tendenzialmente non sarebbe un grande problema se non fosse che la defunta signora de Winter è ancora più che viva nella mente e nei ricordi di tutti e che la nuova signora de Winter, timida e un po’ impacciata, fa davvero fatica a confrontarsi con un fantasma così ingombrante.

Rebecca la prima moglie è indubbiamente il romanzo più noto di Daphne du Maurier, complici anche il film di Alfred Hitchcock con Laurence Olivier e Joan Fontaine e il recente riadattamento di Netflix.

La storia si svolge tutta secondo il punto di vista della nuova signora de Winter (di cui non vien mai fatto il nome; mi sono affezionata a lei e mi dispiace non conoscere un dettaglio così importante come il suo nome, ma trovo che sia una scelta geniale e molto significativa da parte dell’autrice non nominarla mai).

Il primo dubbio, quindi, con cui il lettore deve confrontarsi è proprio questo: c’è davvero qualcosa di losco e sospetto nell’atteggiamento degli altri, nella prematura scomparsa di Rebecca, nell’ineffabile perfezione di Manderley o è tutta un’idea della nostra impacciata narratrice?

Perché, in fondo, lei è una ragazza giovane sicuramente molto innamorata ma ancora inesperta, con un’educazione e un’estrazione sociale ben diverse rispetto al contesto di cui dovrebbe invece essere guida e nel quale si ritrova catapultata senza nessuna istruzione.

Da qui partiranno poi passioni, segreti, gelosie, paure, fraintendimenti, strani eventi… e una governante davvero inquietante.

Più ci si addentra nelle dinamiche di Manderley più sale la suspance.

Insomma una storia che tiene incollati alle pagine con personaggi vibranti, complessi e strutturati.

Manderley poi, oltre a essere il gioiello incastonato nella Valle Felice, è non solo lo sfondo perfetto per l’intera vicenda, ma si prende tutti i diritti di essere un altro fondamentale protagonista della storia.

Ricordi qualche tempo fa quando su Instagram abbiamo parlato di letture buone che superassero le 400 pagine? Be’, questa ci rientrata a pieno titolo.

Se proprio devo trovare il pelo nell’uovo, confesso che la conclusione è, per un verso, un po’ tirata per le lunghe per i miei gusti. Ma, ripeto, si tratta proprio di una mia pedanteria perché, in realtà, Rebecca è stata una lettura davvero eccezionale.

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