Campagna progresso: la pubblicità di “Io leggo e tu?”

Sicuramente l’hai vista: c’è lei, sul divano in un bar, immersa nella lettura di Cime Tempestose (che poi potevano anche scegliere un amore meno morboso di quello che c’è tra Heathcliff e Catherine).

Poi la ragazza esce dal locale e, pam!, si ritrova lui davanti: il brivido della lettura ha bucato le pagine del libro e si è fatto realtà.
Alla fine dello spot, la scritta: io leggo e tu?

Si tratta della pubblicità promossa dal MiBACT (cioè il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) e alla cui diffusione hanno aderito Rai, Sky, La7Mediaset, Discovery Italia, TV2000 e un corposissimo carnet di artisti Mediaset: Alvin, Ilary Blasi, Barbara d’Urso, Maria de Filippi, Paolo Del Debbio, Emanuela Folliero, Mario Giordano, Teo Mammucari, Gianluigi Nuzzi, Barbara Palombelli, Federica Panicucci, Pierluigi Pardo, Nicola Porro, Belen Rodriguez, Gerry Scotti, Alfonso Signorini, Silvia Toffanin, Francesco Vecchi, Simona Ventura [Fonte: Mediaset.it].

Lo scopo è quello di promuovere la promozione e la valorizzazione dei libri e della lettura.

Bene. Bello. Mi piace. Io sono sempre stata a favore della diffusione della lettura e pare che questa volta siamo davvero nella direzione giusta.

Infatti, la campagna pro-lettura pare non limitarsi allo spot televisivo e ad alcune campagne social.

Il MiBACT informa che l’intero progetto è volto

a creare occasioni di promozione della lettura e dei libri all’interno di ogni genere di programma e non esclusivamente nei contenitori culturali, a realizzare contenuti dedicati alla promozione della lettura in un’ottica multipiattaforma allo scopo di creare un’interazione con i nuovi media digitali e i social network; a creare e sviluppare approfondimenti e progetti sui più importanti appuntamenti italiani legati ad autori, titoli, generi e festival e a valorizzare la memoria dei grandi autori della letteratura italiana, in particolar modo in occasione di anniversari e ricorrenze.
[Fonte: Beniculturali.it]

Sarebbe, però, bello che, al fianco di queste iniziative, ne seguissero altre per coinvolgere anche le scuole con programmi pro-lettura sin dalla tenera infanzia partendo proprio dall’asilo o dalle elementari e rivoluzionando l’attuale “assetto-adagiato” che vede la lettura di un libro (sempre se prevista dal programma scolastico) come una fastidiosa imposizione.

Sarebbe bello che, nelle scuole, tornassero le biblioteche scolastiche dove i primi a decidere cosa leggere fossero proprio gli studenti personalmente e secondo i loro gusti.
Per carità, in molti istituti sono ancora presenti e funzionanti, ma in altre, causa anche il personale ridotto e super-oberato di lavoro, le biblioteca vengono chiuse o dismesse e spesso sono inutilizzabili dagli studenti.

Per non parlare delle biblioteca storiche, meravigliose non solo per gli edifici che le ospita(va)no ma anche per i volumi contenuti, che chiudono una dietro l’altra per mancanza di fondi.

In generale, sarebbe bello vedere i governi italiani investire – per davvero – nella cultura e nell’immenso patrimonio artistico che abbiamo.

Sarebbe bello anche rivedere le leggi che regolano i prezzi e gli sconti applicabili ai libri e velocizzare alcuni sistemi e fare una buona volta chiarezza su altri (per esempio l’annosa questione dell’IVA sugli ebook).

Sarebbe bello diffondere, promuovere e incrementare i buoni servizi che già ci sono. Uno su tutti (e per lo più sconosciuto) MLOL, il servizio di prestito digitale che permette di prendere in prestito i libri delle biblioteche regionali con un semplice click.

Sarebbe bello cambiare questa forma mentis che vede il lettore come un nulla facente, uno che ha tempo da buttar via e che, quindi, sceglie di “oziare” leggendo.

Non è sufficiente ricordarsi una tantum della lettura e dell’importanza del leggere.

È necessaria una profonda rivoluzione culturale che cominci dalle basi e formi cittadini consapevoli che leggere e informarsi è il primo passo per essere liberi.


 

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