Michael Kohlhaas

Titolo originale: Michael Kohlhaas
Autore: Heinrich von Kleist
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 1808
Titolo in Italia: Michael Kohlhaas
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Federico Ferraguto

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Il reprobo mercante Michael Kohlhaas si mette in viaggio per vendere alcuni cavalli di sua proprietà, ma lungo il percorso verso la fiera si ritrova a dover attraversare i possedimenti del neo-junker Wenzel von Tronka il quale ha di recente istituito una tassa per il transito e pretende pure un vago lasciapassare mai richiesto prima.

Essendone sprovvisto, Kohlhaas si accorda per lasciare in pegno due suoi esemplari e un servo che provveda loro.

Al ritorno però con affari conclusi e conferma che quel fantomatico permesso richiesto non esiste, il servo è sparito (sì scoprirà poi esser stato preso a botte dai complici dello junker) e i due cavalli sono così sfiancati e sfibrati da essere praticamente più morti che vivi.

Kohlhaas decide quindi di chiedere giustizia per il sopruso subito e inizia così un lunghissimo e sofferto iter burocratico e giustiziale che, purtroppo, sfocerà in un nulla di fatto: gli alti agganci di von Tronka insabbiano tutto.

Unica alternativa che resta a Kohlhaas per ottenere giustizia è prenderla con ogni mezzo possibile… anche la forza.

Apprezzato da mostri sacri come Thomas Mann, Herman Hesse e Franz Kakfa, Michael Kohlhaas è un classico della letterata tedesca.

Il percorso che porterà il nostro eroe verso il declino, delineato in pochissime pagine (si tratta di una storia delle dimensioni di un racconto), non è certo uno dei più incoraggianti se si è in cerca di messaggi motivazionali sulla bellezza e giustizia del mondo; anche perché, a conti fatti, è estremamente reale e, sotto certi punti di vista, attuale.

Mi spiace andare in controtendenza rispetto a dei grandi del passato (anche perché chi sono io?!), ma Michael Kohlhaas a me non ha impressionato così tanto.

È indubbiamente una storia forte, anche se un po’ ridondante, e ben scritta ma manca – secondo me – di quella carica capace di artigliarti davvero.

È un romanzo che si legge bene; ottimo per farci compagnia per un paio d’ore; buono a lasciarci qualche considerazione sull’ingiustizia di questo mondo e gli affanni di noi poveri signor nessuno… ma, complessivamente, meh!

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