L’avvoltoio

l'avvoltoio

Titolo originale: The Vulture
Autore: Gil Scott-Heron
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 1970
Titolo in Italia: L’avvoltoio
Anno di pubblicazione ITA: 2021
A cura di: Paola Attolino
Pagine: 259

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

John Lee è morto. Ma perché? E chi è stato?

Arrivare a comprendere un evento così tragico non è facile e, in realtà, ad esso sono concorsi tutta una serie di situazioni e personaggi intrecciati tra loro.

Saranno quattro le voci che, in prima persona, ci racconteranno la storia di un’America nera – siamo ad Harlem per la precisione – alla fine degli anni ’60.

Tra crimini, contraddizioni, ipocrisie L’avvoltoio regala uno sguardo su una serie di problemi irrisolti ancora oggi: la questione razziale, l’uso di sostanze, la criminalità, la politica, la difficile affermazione di sé in una società altamente settorializzata.

L’avvoltoio, tradotto per la prima volta in Italia a cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione, fu il romanzo d’esordio di un allora diciannovenne Gil Scott-Heron (che nello stesso anno scrisse anche il suo pezzo più famoso, The Revolution Will Not Be Televised, diventato l’inno di tutte le rivoluzioni del mondo).

Per quanto abbia apprezzato lo sguardo critico e acuto – alla luce anche del fatto che Scott-Heron era ancora uno studente alla Lincoln University quando scrisse questo romanzo – devo però ammettere di non essere rimasta particolarmente colpita nel complesso.

L’idea di girare il punto di vista seguendo quattro personaggi diversi è interessante, ma i quattro difficilmente si distinguono l’uno dall’altro, anche perché vengono dallo stesso contesto sociale – o comunque “limitrofo”.

Questo rende, in qualche passaggio, la storia ripetitiva e un po’ stagnante; non sempre agile da seguire insomma.

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