La Sirenetta e altre fiabe

È sempre con un misto di tenerezza e tristezza che mi interfaccio a La Sirenetta.

Non voglio rischiare di far spoiler quindi non aggiungerò altro; dirò solo che la trovo una delle fiabe più riuscite in generale e dallo stesso Andersen.

Non ci sono buoni e cattivi (la perfida e invidiosa Ursula è un’invenzione della Disney; nella fiaba c’è una strega del mare sì, ma in fondo fa solo il suo lavoro neutrale di strega), ma semplicemente vita.

Una vita in cui, talvolta (ma per fortuna non sempre), non conta quanto siamo buoni e gentili o quando ci impegniamo per una cosa o quanto speriamo che questa accada; a volte “semplicemente” le cose non vanno (per destino, sorte, sfortuna… chiamiamola come preferiamo).

In ogni caso, in questa meravigliosa raccolta illustrata dallo studio MinaLima ci sono anche altre undici fiabe (per un totale di dodici) che, dopo oltre due secoli dalla loro prima pubblicazione nel 1837, continuano a essere raccontate (io ricordo che da piccola mi addormentavo con Andersen, Perrault e i fratelli Grimm).

Ognuno di queste ci regala un insegnamento importante: I vestiti nuovi dell’imperatore ci invita a essere sinceri con noi stessi a prescindere dalle conseguenze e a diffidare dall’opinione comune (che non sempre è quella giusta e vera).

Il tenace soldatino di stagno ci sprona a non mollare mai; Il brutto anatroccolo a non trattare male gli altri solo perché diversi (e a non cadere nei pregiudizi della prima impressione); Il guardiano dei porci a diffidare dagli spocchiosi e Le scarpette rosse a non essere troppo presi dalla propria vanità.

L’edizione poi è curata nei minimi dettagli e fa davvero una magnifica figura sullo scaffale (assieme ai miei La Bella e la Bestia e Per Pan).