La famiglia Aubrey recensione

Titolo: The fountain overflows
Autrice: Rebecca West
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 1956
Titolo in Italia: La famiglia Aubrey
Anno di pubblicazione ITA: 2018
Trad. di: Francesca Frigerio

Seguito da:
Nel cuore della notte
Rosamund

Sono una famiglia particolare questi Aubrey… anche per i canoni moderni. 

Pier, il padre, è così scapato da dimenticarsi informazioni basilari per la famiglia (per esempio: dove andranno a vivere) e vendersi i mobili a un sesto del loro attuale valore, in un tormentato rapporto di amore/odio con il denaro.

Poi c’è Clare, la madre, tenera, nervosa e con un pesante (talvolta simpatico) tarlo per la musica capace di trasformarla di una donna severa, risoluta e anche un po’ offensiva.

Le sue gemelle, Mary e Rose, diventeranno sicuramente delle pianiste famose; Cordelia, col suo violino, sembra un gatto a cui qualcuno sta dispettosamente tirando la coda; e di Richard Quin, il piccolo di famiglia, ancora bisogna scoprire lo strumento.

Sembrano solo molto eccentrici questi Aubrey; un po’ sognatori, anime artistiche. Almeno all’inizio… Poi, con gli occhi di una bimba a cui molte cose vengono riferite, altre taciute (meno di quello che si pensi, però) o un po’ edulcorate, si arriva a scoprire una famiglia e un ambiente molto più complesso di come appariva dalla superficie. 

Avevo mirato a fare la conoscenza degli Aubrey da tempo; poi letture che si accumulano mi avevano costretto a rimandare questo incontro. Ma un’amica meravigliosa che, per molte cose, mi legge nel pensiero mi ha regalato questo romanzo e, quindi, non ho potuto far altro che accantonare tutto e immergermi nella lettura.

Prima di cominciare un paio di trivia di cui non ero a conoscenza: (1) Rebecca West è, in realtà, lo pseudonimo di Cicely Isabel Fairfield la cui vera storia familiare ha ispirato questa saga e i suoi personaggi.

(2) Visto che ho parlato di “saga” ci tengo a precisare che si tratta di una trilogia, il cui prossimo capitolo (“Nel cuore della notte“) arriverà il 28 gennaio 2019 (sempre per Fazi editore).

Detto questo. Una saga familiare non è un thriller né un romanzo d’azione, quindi non aspettatevi capriole narrative emozionati o esaltanti.

La storia procede placida, un po’ lenta per la verità, momento dopo momento (a paragone, visto che la stessa casa editrice lo porta come esempio, ho fatto però molto più fatica a leggere “Gli anni della leggerezza“, primo capitolo della saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, nonostante di eventi – e di situazioni in evoluzione – ce ne siano indubbiamente di più).

I personaggi, però, sono ben delineati, sebbene alcuni meritassero – dal mio punto di vista – un approfondimento maggiore (per esempio la cugina Rosamund… a quanto pare, però, l’ultimo capito della saga è dedicato a lei, quindi…).

Per cui, ecco, nonostante gli eventi non siano molti, manchi quel senso di tragedia incombente (per restare nell’esempio, nella saga dei Cazalet pesa l’arrivo imminente della guerra), il tono narrativo sia lento (ma con uno stile davvero impeccabile), mi resta comunque la curiosità di sapere quello che succederà a questa famiglia in futuro.

Trattandosi di una trilogia, credo che solo leggendo il progetto completo si possa esprime un parere definitivo, ma intanto questo è il mio:

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