La collana di giada

la collana di giada

Titolo originale: The last exiles
Autrice: Ann Shin
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2021
Titolo in Italia: La collana di giada
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Claudine Turla
Pagine: 314

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Esce oggi “La collana di giada“, esordio della regista Ann Shin; ne parliamo insieme.

Jin Lee Park ha vinto una borsa di studio all’università di Pyongyang, un grande onore che il caro leader, Kim Il-Sung, dispensa con generosità mentre la maggioranza della popolazione deve mangiare corteccia di pino per sopravvivere e quelli a cui non sta bene finiscono nei campi di prigionia.

Jin viene proprio da una di queste realtà in cui una povertà dilargante s’intreccia saldamente con un disamante culto verso Kim Il-Sung così radicato nelle menti da mettere contro persino padre e figlio.

Poi c’è Suja.

Lei rappresenta l’altra Corea del Nord, quella che – teoricamente almeno – gode di una certa dose di privilegi come poter fare la fila ai magazzini prima degli altri e mettersi in lista d’attesa per un cappotto.

I due si incontrano, si piacciono, ma la distanza sociale è abissale e lo stesso Jin si vergogna di confessare a Suja la povertà da cui proviene.

Tutto precipita quando Jin, tornato in visita dalla sua famiglia appena derubata dalla polizia stessa, decide di raddrizzare il maltolto e riprendersi il sacco di riso rubato.

È l’inizio della fine: Jin viene arrestato e Suja decide di andare a cercarlo.

La collana di giada è un romanzo basato su esperienze reali (sì, tra Cina e Corea del Nord ci sono militari che sparano immediatamente – a meno che non si sia pagato una mazzetta prima – su chi prova a scappare; sì, esiste davvero il commercio delle spose) e sono situazioni così agghiaccianti su cui è impossibile rimanere indifferenti.

Tuttavia devo purtroppo ammettere che come romanzo non mi ha fatto impazzire.

Non è male: si legge bene, lo stile narrativo è molto semplice e la trama è lineare (e intuibile).

Purtroppo però non ho sentito trasporto nella narrazione, la storia non ha potenza (nonostante i presupposti ci siano tutti) e ho avuto la sensazione di restare sempre in superficie come se l’autrice riportasse delle esperienze sentite senza tuttavia riuscire a farle proprie dandogli una carica.

In ogni caso, è una lettura che accompagna degnamente per un pomeriggio o una sera e tratta di situazioni purtroppo ancora oggi attuali.

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