«La gabbia ha sbarre in metallo sui quattro lati e anche sopra. Il pavimento mostra piccole fessure per lo scarico. Scappare è impossibile. «In linea con le direttive europee sul benessere degli animali» ha detto il padrone. I baffi sottili stonano su quel viso da vecchio. Con gli occhiali in bachelite nera, poi. Potrebbe avere persino quarant’anni per quanto ne sa lei. Alla sua età non è facile capire quella degli adulti. C’è un abbeveratoio nella gabbia, ma il cibo arriva solo da lui, dal padrone. «Tieni, piccola» le dice, infilando fra le sbarre pezzi di patata bollita o di carota cruda. Li stringe fra le dita, obbligandola a leccargliele per avere il cibo, anche a mordicchiarlo a volte. Lei lo fa con molta attenzione, guai a mostrarsi aggressiva. Conosce le conseguenze.»
È una rara notte di temporali, in Sardegna, quando arriva il mostro. La ragazza era riuscita a fuggire, ma lui, il suo rapitore e aguzzino, l’ha inseguita e l’ha uccisa, incurante del fatto che a pochi metri di distanza ci fosse una pattuglia dei carabinieri. Subito arrestato, il mostro viene portato in carcere. Lì, ad attenderlo, c’è un mondo chiuso fra mura spesse e sbarre di ferro alle finestre. Lì, soprattutto, c’è Sante. E l’arrivo di quell’assassino è forse la sua occasione di redimersi. Sante ha un segreto da nascondere, una colpa da espiare, un passato da cui scappare. Eppure, Sante è in prigione per sua stessa volontà. Perché non è un carcerato, ma una guardia, e la sua è una condanna autoinflitta. Ma quella notte tutto cambia. Il mostro è ricco e protetto, ha agganci altolocati. Se la caverà, dice a Sante l’avvocato della madre della vittima. L’assassino ne uscirà, a meno che Sante non intervenga. E lo uccida. L’avvocato promette a Sante un alibi, una copertura, una via d’uscita e soprattutto tanti soldi. Uccidere è la cosa giusta? si chiede Sante. Può un peccato cancellarne un altro? Ma il giorno dopo, nulla di tutto ciò ha più importanza. Sante è un uomo costretto alla fuga e in cerca della verità. Una verità che emerge poco a poco in un quadro sempre più sconvolgente…
L’autore
Maurizio Maggi nato a Torino nel 1956. Ricercatore in un istituto di studi socioeconomici, si è occupato a lungo di musei, lavorando – in Italia, ma anche in Australia, Brasile, Cina – con comunità locali, esperienza che ha trasposto nei suoi romanzi. È stato finalista al Premio Italo Calvino 2014. Ha esordito nella narrativa con L’enigma dei ghiacci (Longanesi, 2016).
Titolo: La coda del diavolo
Autore: Maurizio Maggi
Genere: Noir
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 352
Prezzo ed. cartacea: 18,60€
Qui trovi la mia recensione del libro.
L’autore è stato così gentile da rendere il racconto Cartoline da N’Djamena,
con gli stessi protagonisti de La coda del diavolo ma ambientato dieci anni prima,
disponibile gratuitamente.
Puoi leggerlo qui.
Disponibile dal 6 settembre 2018!
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