La città senza ebrei

Titolo originale: Die Stadt ohne Juden
Autore: Hugo Bettauer
Genere: Romanzo breve
Anno di pubblicazione: 1922
Titolo in Italia: La città senza ebrei
Anno di pubblicazione ITA: 2020
Trad. di: Matilde De Pasquale

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

La figura del profeta inascoltato e deriso richiama immediatamente l’immagine della mitologica Cassandra.

E – purtroppo – Hugo Bettauer, oltre alla lungimiranza, condivide con la sacerdotessa di Apollo la stessa tragica fine.

Nel 1922, fu pubblicata La città senza ebrei, breve operetta nella quale l’autore immaginava una cacciata degli ebrei dalla moderna Vienna (cacciata che, come sappiamo, poi avvenne davvero… su più vasta scala e con più terrificanti modalità).

Nel romanzo, il parlamento viennese, entusiasta della trovata (= allontanare la minaccia semita dai bravi cristiani) e supportato dai “civili” abitanti, si ritrova a far i conti con una società svuotata, incattivita e avvilita.

Non vi spoilero il finale, ma vi invito a leggere il lavoro di Bettauer anche perché, oltre a descrivere un clima di crescente intolleranza, è inquietante specchio di ciò che, nemmeno una ventina di anni dopo, sarebbe accaduto davvero (le prime leggi razziali risalgono al 1938).

Insomma, la “entjudung” (la pulizia etnica) era una prospettiva paventata a lungo e Bettauer, già estradato dal Reich per le sue «inchieste spregiudicate» e inviso per le sue “folli” idee in campo di educazione sessuale (diritto al divorzio, il diritto all’aborto e la depenalizzazione dell’omosessualità), ebbe dura vita proprio a causa dell’ala nazista della società.

Un susseguirsi di polemiche, intimidazioni e minacce di morte sfociarono poi nel sequestro del suo periodico (Er und Sie. Wochenschrift für Lebenskultur und Erotik – “Lui e lei, rivista settimanale di cultura del vivere ed erotismo”), in un processo nel quale venne poi assolto e culminarono con il suo assassinio ad opera di un membro del Partito Nazionalsocialista.

Il 10 marzo 1925 Otto Rothstock sparò sei colpi a Bettauer, che si trovava nella redazione della rivista. Lo scrittore morì pochi giorni dopo, all’età di 52 anni, in seguito alle ferite riportate.

Ovvio che il movente fosse l’odio antisemita; l’omicida venne difeso da avvocati e sostenitori appartenenti o vicini al partito e venne rilasciato dopo soli 18 mesi di detenzione in un manicomio criminale.

Ma la storia tende a ripetersi?

Be’, io in tutta onestà spero di no… ma è indubbio che ci sono segnali inquietanti e ingiustificate intolleranze che lasciano davvero senza parole.

In un clima di odio e accuse crescenti forse si dovrebbe iniziare a stemperare i toni e rientrare nella careggiata della civiltà.

Da un recente rapporto Eurispes, emerge che il 15,6% degli italiani (nel 2004 erano il 2,7%) NON crede che lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti sia mai avvenuto e anzi alcuni sostengono che siano gli ebrei a controllare i mezzi d’informazione…

… “semplicemente” non ho parole.

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