Jonathan Strange e il signor Norrell

jonathan strange e il signor norell recensione

Titolo originale: Jonathan Strange & Mr. Norrell
Autrice: Susanna Clarke
Genere: Fantasy
Anno di pubblicazione: 2004
Titolo in Italia: Jonathan Strange & il signor Norrell
Anno di pubblicazione ITA: 2021 [ed. Fazi]
Traduzione di: Paola Merla
Illustrazioni di: Portia Rosenberg
Pagine: 967

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

La magia esiste!

È lo stesso signor Norrell a dimostrarlo all’Accademia di maghi di York, un’associazione di gentiluomini che per la verità non ha mai compiuto nemmeno la più piccola magia.

Dopo aver provato così le sue magiche capacità, a Norrell si spalancano le porte dei salotti dell’alta società di Londra fino addirittura a quelle dell’intero governo inglese.

Ma… prima di riportare la magia in Inghilterra, c’è molto lavoro da fare e la strada non è affatto facile: c’è infatti una profezia e poi un discepolo arrogante e un maestro spaventato, regni fatati e un gentiluomo dai capelli lanuginosi, uno schiavo senza nome, il mignolo di una gentildonna e molto… molto altro.

Jonathan Strange & il signor Norrell è lo spettacolare esordio di Susanna Clarke (di cui abbiamo già avuto modo di parlare in occasione della pubblicazione di Piranesi).

Spettacolare perché: pubblicato in 34 paesi, finalista al Man Booker Prize e con quattro milioni di copie vendute nel mondo (n.b. questa è la nuova edizione targata Fazi editore).

La lettura mi ha fatto compagnia per un paio di mesi (è stata selezionata per il TBB Book Club) e… devo dire che sono stati tutti necessari per completare la lettura.

Jonathan Strange & il signor Norrell è una storia decisamente densa e ricca di note, di curiosità, di dettagli che approfondiscono ancor di più la narrazione, la storia, i personaggi di questo mondo creato da Clarke.

Tanto di cappello davvero all’autrice per aver studiato ogni minuzia e aver voluto condividere con i lettori un corpus così consistente.

Ciò che in effetti è un pregio, è però anche un difetto perché alla fine è… tanto… forse troppo.

La narrazione spesso viene spezzata dalle note che aggiungono aneddoti, raccontano favole, approfondiscono l’uso della magia e le sue formule e molto molto altro.

E però è così ben costruita da non poter non affascinare: due maghi con due visioni diverse, due caratteri diversi e due modi di essere diversi (sebbene poi un bel po’ di superbia offuschi sia Strange che Norrell… son maghi, del resto) accompagnati da un contorno di personaggi, sogni, desideri, invidie e strategie estremamente articolato.

Aggiungiamoci anche che il romanzo è ambientato al tempo delle guerre napoleoniche e, insomma, io sono stata di facile conquista ecco (e il gioco che si crea tra realtà storica e realtà libresca è congegnato in maniera molto intrigante).

Certo è che, però, per arrivare al dunque ci vuole pazienza… forse troppa pazienza e non tutti i lettori hanno il tempo (o la motivazione) per leggere pagine e pagine senza che il primo nome del titolo del libro sia ancora apparso o che la vicenda sia entrata nel vivo (non avessi avuto la motivazione del club del libro non so quanto tempo avrei lasciato questa storia a decantare sul comodino).

I primi due terzi – su per giù – del romanzo sono un incrocio tra romanzo storico (le guerre napoleoniche cui accennavo poco sopra) e un fantasy sulle teorie e l’uso della magia; le ultime trecento pagine sono quelle dove davvero si “quaglia”, ma prima di arrivare lì si deve necessariamente attraversare una giungla di dettagli complessa e molto lunga.

Il libro è pensato come una specie di resoconto impersonale, quindi non è facile sentire grande trasporto per i personaggi – considerando anche che con alcuni di loro è impossibile simpatizzare.

Una volta al famoso “dunque” però, alcuni personaggi perdono di coerenza e si risolve tutto in modo decisamente più rapido di quello che la lenta e dettaglia narrazione precedente avrebbe fatto invece presagire.

Tirando le fila del discorso.

Jonathan Strange & il signor Norrell è un buon esordio, ricco di studio e di cura da parte dell’autrice ma per il quale bisogna essere disposti ad armarsi di grande pazienza, perseveranza e tempo (perché, poi, secondo me il rischio di “lasciarlo a decantare sul comodino” potrebbe giocare brutti scherzi con la memoria visto che, per esempio, ricordare i personaggi non è affatto facile).

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