Il resuscitatore recensione

il resuscitatoreTitolo: Il Resuscitatore
Autore: Lorenzo Beccati
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2019

Sulla Manica c’è uno scienziato in viaggio con una missione particolare: recuperare un cadavere bello fresco – e possibilmente in ottime condizioni – da usare per i suoi esperimenti con l’elettricità.

Questa persona è Giovanni Aldini, fisico italiano (sui cui studi si sono basate poi le teorie per i moderni defibrillatori) nonché parente del notissimo Luigi Galvani (zio di Giovanni).

Lorenzo Beccati ci porta in viaggio col fisico tra loschi figuri, magistrati parrucconi e arrivisti di ogni lega, descrivendoci in tutta la sua cruda realtà la Londra ottocentesca.

Mi vorrei fermare un attimo su questa Londra che, per quanto volgare, sporca, corrotta e violenta, è davvero descritta molto bene e non risparmia al lettore i più orridi dettagli (astenersi, quindi, schizzinosi!).

Per tornare ad Aldini (che, a questo punto, dalla barca è ormai sceso).

Trovato finalmente il suo cadavere, ciò che regala alla città è un tremendo spettacolo (ricordiamoci comunque che la massa vittoriana andava a nozze con certi tipi di spettacolo, vedi anche le esecuzioni pubbliche con famiglie pronte e attente nemmeno fosse arrivato il circo in città).

Con tanto di gesti da imbonitore, Aldini elettrifica il cadavere che si contorce in atroci mosse per il ludibrio (e orrore e esaltazione) degli spettatori accorsi numerosi.

Ma c’è chi questo spettacolo proprio non lo può sopportare: la madre e la sorella del defunto.

“Incastrato”, Aldini adesso è costretto a risolvere il delitto di cui era accusato l’uomo: l’uccisione della moglie e del figlio.

E qui l’impianto comincia a vacillare perché, ahimè, il giallo è molto breve ed elementare, poco accattivante e con sviluppi prevedibili.

Stesso discorso, purtroppo, anche per i personaggi che vanno esattamente dove s’immagina fin dall’inizio senza rivelare grandi sorprese con dialoghi poco coinvolgenti e storie personali stereotipate e comunque intuibili.

La storia, comunque, è molto fluida e scritta semplicemente; si legge in un paio d’orette senza troppi sforzi.

Tirando quindi le somme, purtroppo dico no…

Sebbene l’idea di basarsi su eventi reali (Aldini fece davvero un viaggio in Inghilterra) mi affascini un sacco e nonostante Londra venga descritta senza il classico alone di romanticismo (che, ai nostri occhi moderni, ha l’epoca vittoriana), il resto della storia non colpisce affatto.

valutazione il resuscitatore

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