Il gioco del silenzio

Titolo: Il gioco del silenzio silenzio
Autore: Rob Keller
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2019

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Quando si dice che tutti abbiamo uno (o più ?) scheletri nell’armadio… mai frase potrebbe essere più vera, soprattutto a Cadenabbia, paese natale della nostra Cristina.

Più che armadi sarebbe però più corretto parlare di orologi, visto che la famiglia di Cristina è legata a quella dei notabili locali, i Radlach, e alla loro Villa degli orologi e il padre di Cristina, Alessandro, proprio di questi si occupa da una vita.

Insomma, Cristina, ex acclamata criminologa di fama – quasi – indiscussa, viene appunto richiamata in “patria” dal padre, con il quale i rapporti non sono mai stati proprio idilliaci, per un omicidio… quello dello zio (a cui, tra l’altro, lei era molto legata).

Tuttavia, a credere che si tratti di un omicidio è solo Alessandro e Cristina… be’, Cristina giustamente diffida. silenzio

Ma c’è in effetti qualcosa che non torna e che, alla fine, la spingerà a dar credito alla teoria del padre… o almeno a non sconfessarla del tutto.

Sarà il passato che torna a bussare, saranno le tante questioni in sospeso, sarà la pesante influenza che i Radlach sembrano avere su tutto e tutti, ma alla fine il mistero andrà risolto e il famoso vaso di Pandora aperto… silenzio

Non è semplice gestire una storia con i propri intrecci e i propri personaggi cercando di rendere entrambi avvincenti e interessanti. E, alle volte, nonostante le migliori intenzioni, si rischia di sbandare e terminare la corsa peggio di come si era partiti.

Con il thriller poi, è una questione ancora più complessa perché il lettore vuole una storia originale, ricca, coinvolgente e con ritmi sempre più serrati (e il mondo thriller è già saturo di validi esempi… non che non ci sia spazio per altri campioni, ma diciamo che gli standard di gara sono alti).

Ecco premesso anche che si tratta della prima volta in pista per questo autore, non posso purtroppo affermare che la gara sia stata interessante (scusate se continuo con questa metafora sportiva… ho concluso ?).

La storia rimbalza tra presente e passato (scelta anche interessante), ma non riesce a spiccare per originalità, ritmo o interesse: si propende per la soluzione più banale, si sbloccano situazioni grazie a classici cliché e si conclude il tutto con pochissimo pathos e altrettanto poco coinvolgimento.

Stesso discorso, ahimè, per i personaggi che si muovono sulla scena in maniera un po’ affettata, poco realistica e credibile a volte, seguendo dialoghi da copione di soap-opera italiana davvero troppo scontati.

Si legge agilmente, complice uno stile di scrittura semplice e leggero, ma è un peccato non aver curato meglio i dialoghi, i personaggi e soprattutto la storia.

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