Il fiume della colpa

Torna in libreria il maestro della sensazional fiction, Wilkie Collins, con Il fiume della colpa.

Dopo anni di forzata lontananza, in seguito alla morte del padre, Gerard Roylake fa ritorno alla residenza di famiglia per prendere possesso della casa e delle terre ereditate. Quella che ritrova è una contea avvolta da un groviglio di misteri. L’incontro con Cristel Toller, la bellissima figlia del mugnaio, ridesta in Gerard ricordi sopiti dal tempo dell’infanzia e fa sorgere in lui una passione fatale, ma lo porta anche a imbattersi in un uomo misterioso e affascinante: tutti lo conoscono come “l’inquilino”, un individuo sinistro che la sordità e l’isolamento dal mondo hanno reso insofferente nei confronti di quanti lo circondano. Questi, infatuato di Cristel, finirà inevitabilmente per vedere in Gerard un pericoloso rivale in amore. Un orribile delitto sta per avere luogo, oppure i timori dei protagonisti – e del lettore – sono infondati? E qual è il motivo della strana attrazione che, in segreto, sembra spingere Cristel tra le braccia dell’inquilino?
Wilkie Collins è un maestro nel disseminare la strada di false tracce e, come sempre, tocca al lettore decidere chi amare e chi odiare in attesa della soluzione finale. Come nella migliore tradizione dei suoi romanzi, anche qui, «sulle rive del peggior torrente d’Inghilterra», sono presenti, in un intreccio magistrale, gli elementi d’avventura, mistero e suspense che lo hanno reso celebre.

L’autore

Wilkie Collins nasce a Londra l’8 gennaio 1824. Il padre William, paesaggista, ha in mente per il figlio un futuro fuori dal mondo dell’arte. Infatti Wilkie all’inizio si cimenta con il commercio del thè, scoprendo, però, di non essere tagliato per le attività mercantili. A quel punto decide di studiare giurisprudenza al Lincoln’s Inn: nel 1851 ottiene l’abilitazione all’avvocatura, ma tale carriera non gli dà lo sperato successo. Solo iniziando a scrivere scoprirà la sua vera vocazione che si accompagnerà a quella per la pittura – Collins arriverà ad esporre le sue opere alla Royal Academy in una mostra nell’estate del 1849. Ma la sua vera passione rimarrà comunque la letteratura, passione che lo porterà ad essere riconosciuto come il padre del genere poliziesco. La sua prima opera è dedicata al padre, morto nel 1847, Memoirs of the Life of William Collins, edita l’anno successivo. Quindi pubblica due romanzi: Antonina nel 1850 e Basil nel 1852. Nell’aprile dello stesso anno incontra, grazie al suo amico Augustus Egg, Charles Dickens e scrive per la sua rivista, un settimanale, Household Words: è l’inizio di un lungo rapporto di lavoro e d’amicizia lungo dieci anni. G.K. Chesterton ebbe una volta modo di scrivere relativamente a Dickens e Collins: «Erano due uomini che nessuno può superare nello scrivere storie di fantasmi». I due amici e collaboratori decidono di fare un viaggio in Francia. Questo viaggio avrà un significato straordinario non solo per la vita artistica dei due scrittori ma soprattutto per l’intera storia della letteratura. I due tornano infatti dalla Francia recando sotto il braccio un libro che sarà destinato a cambiare l’intero corso letterario del genere mistery, la Recueil des causes célèbres di Maurice Mejean, che riportava in una raccolta tutti i principali casi giudiziari di cronaca nera compresi tra il 1807 e il 1814.

Il primo romanzo maturo di Collins risale al 1860: ispiratogli da un fatto personale realmente accaduto e improntato agli influssi balzachiani, La donna in bianco è un complicatissimo romanzo a tinte forti, che in sostanza preclude a quello che sarà poi il suo capolavoro definitivo, La pietra di Luna, del 1868, appassionante romanzo raccontato a più voci in cui si narra di un prezioso gioiello andato perso e dell’onore di una ragazza che rischia di essere macchiato. A partire dal 1870 però, anno della morte di Dickens, la fama di Collins comincia a scemare, iniziò a soffrire di artrite, finì col diventare dipendente dall’oppio, sviluppò una sindrome paranoica che lo portò a credere di essere sempre accompagnato dal suo alter ego. Nel suo romanzo The Moonstone tratterà proprio degli effetti dell’oppio. Collins non si sposò mai, ma nel 1858 si innamorò di una vedova, Caroline Graves, con la quale convisse per molti anni. Questo non gli impedì di avere tre figli da un’altra donna, Martha Rudd. Di fatto, Collins ebbe una relazione con entrambe le donne, durante gli ultimi vent’anni circa della sua vita.  Wilkie Collins muore il 23 settembre 1889 e viene seppellito al Kensal Green Cemetery.

Hanno detto di Wilkie Collins

«I romanzi di Wilkie Collins sono viaggi irresistibili:
agganciano subito il lettore, che quando parte non riesce più a fermarsi.»
Leonetta Bentivoglio

«Wilkie Collins è famoso, nei manuali di letteratura, per avere scritto nel 1868 il primo giallo. 
Ma non eccelle solo nella suspense. È anche uno scrittore di sentimenti. 
Ed eccelle nella pittura dei personaggi.»
Antonio D’Orrico

Titolo: Il fiume della colpa
Autore: Wilkie Collins
Genere: Romanzo
Casa editrice: Fazi editore
Pagine: 184
Prezzo ed. cartacea: 17,50€
Prezzo ed. digitale: 9,99€


Disponibile dal 12 luglio 2018!


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